La direzione distrettuale antimafia di Palermo ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 59 indagati nell’ambito dell’inchiesta antimafia nell’Agrigentino cosiddetta “Montagna”, sfociata nella maxi operazione omonima dei Carabinieri lo scorso 22 gennaio. L’avviso di conclusione delle indagini è l’anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. Ai 59 è concessa la facoltà di presentare atti a difesa entro 20 giorni, dopodiché la stessa Procura di Palermo formulerà al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo la richiesta di rinvio a giudizio. Le ipotesi di reato contestate sono, a vario titolo, associazione mafiosa, traffico di droga, truffa, estorsione e voto di scambio. Lo scorso 22 gennaio sono stati 56 i mandati di cattura spiccati. Gli arresti avrebbero travolto i vertici dei mandamenti di Cosa Nostra agrigentini, tra Santa Elisabetta e Sciacca, 16 famiglie mafiose della provincia, e anche affiliati delle province di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania. Le indagini avrebbero documentato stretti collegamenti non solo tra agrigentini e i capimafia di quasi tutta la Sicilia ma anche con le ‘ndrine calabresi. E poi un fiorente traffico di droga ed estorsioni a danno di 27 aziende. Il pizzo sarebbe stato preteso anche da due cooperative che si occupano dell’accoglienza agli immigrati richiedenti asilo.