Le immissioni in ruolo nella scuola: oltre 57mila in Italia ma in Sicilia solo poco più di 2mila e 400, tra vincitori del concorso e supplenti storici.
In Sicilia le assunzioni di maestri e professori avverranno col contagocce! Notizie sconfortanti dunque nel settore istruzione dell’Isola. Il ministero dell’Economia autorizza oltre 57mila assunzioni di insegnanti in tutta Italia, ma in Sicilia i precari che otterranno la stabilizzazione saranno 2mila e 400, tra vincitori dell’ultimo concorso e supplenti storici inseriti nelle liste ad esaurimento. Apparentemente il numero delle assunzioni può sembrare considerevole, ma nel concreto non lo è se si valuta il numero di alunni frequentanti nell’intera Regione. Per non parlare delle assunzioni in pianta stabile su sostegno: la percentuale siciliana scende all’1,9 per cento. Insomma, se c’è una fetta di insegnanti siciliani precari che potrà esultare, c’è un’altra fetta considerevole che dovrà stringere i denti e navigare nelle acque agitate del precariato chissà per quanto tempo ancora. Il paradosso è che laddove esistono precari in abbondanza, come in Sicilia, le assunzioni procedono in misura ridotta, invece al nord, dove molte graduatorie dei concorsi e dei supplenti sono ormai vuote, le immissioni in ruolo abbondano. Ma è quasi certo che gli Uffici scolastici provinciali e regionali non riusciranno a completarle tutte per mancanza di pretendenti. Le immissioni in ruolo sono suddivise a metà tra vincitori di concorso e inclusi nelle Gae, ovvero le graduatorie ad esaurimento. Per avere un termine di paragone basta confrontare i numeri siciliani con quelli di una regione con lo stesso numero di alunni come nel Lazio: a Roma e dintorni le assunzioni saranno oltre 4mila e 100, il doppio di quelle siciliane. E per il sostegno si prospetta un numero di stabilizzazioni quattro volte superiore al nostro. Per Claudio Parasporo, a capo della Uil scuola regionale, “i posti in Sicilia rimangono per pochi, e dove ci sono le disponibilità, come nel sostegno, si centellinano mantenendo situazioni indecorose di precarietà sia per i docenti che per gli alunni”. “Da un anno all’altro – aggiunge Francesca Bellia, della Cisl scuola siciliana – il quadro non cambia. Non possiamo che considerare insufficienti i numeri utili a stabilizzare il personale docente, sia sui posti comuni e ancor di più sul sostegno. Purtroppo non sarà possibile nessuna continuità educativa per garantire una migliore qualità dell’offerta formativa ai nostri ragazzi, ed il precariato continuerà a proliferare”.