Altro sequestro di beni ad opera della Questura e della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento. Bersaglio a Porto Empedocle.
La Questura di Agrigento e la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento sono scatenate, un fiume in piena. A Raffadali lo scorso 28 giugno i poliziotti, su proposta del Questore, Maurizio Auriemma, hanno sequestrato beni, a fine di confisca, per oltre 1 milione e 500mila euro, a Giuseppe Terrazzino, 54 anni, di Raffadali, già inquisito nell’ambito dell’inchiesta “Demetra” per truffe a danno di Inps e Inail. Poi lo scorso 25 luglio, ancora Questura e sezione prevenzione del Tribunale di Agrigento hanno confiscato beni per circa 2 milioni e 200mila euro a Daniele Rampello, 51 anni, anche lui di Raffadali, già condannato per usura e attualmente imputato nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104”. Adesso, altrettanto ancora la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Agrigento, su proposta del questore Auriemma, ha sequestrato beni per un valore approssimativo di 500mila euro ad Alfonso Zambito, 45 anni, di Porto Empedocle, già condannato con sentenza definitiva per il reato di usura. Sono stati sigillati 2 appartamenti, 4 locali commerciali e un terreno edificabile, tutti gravitanti nel Comune di Porto Empedocle. Le indagini a carico di Zambito, come per Terrazzino e Rampello, sono state sostenute dal personale dell’ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della divisione Anticrimine della Questura di Agrigento diretta da Angela Spatola. E la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale trae fondamento da quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta anti-usura della Squadra Mobile agrigentina a Porto Empedocle cosiddetta “Easy money” (denaro facile), frutto anche delle dichiarazioni dell’ex sindaco Paolo Ferrara, e che ha provocato la condanna di otto usurai che avrebbero praticato tassi di interesse variabili tra il 120 per cento ed il 394 per cento all’anno. Alfonso Zambito è stato condannato, con patteggiamento della pena, nell’ambito della “Easy Money” e nel 2004 per i reati di associazione a delinquere e usura a seguito dell’operazione dei Carabinieri di Porto Empedocle cosiddetta “Anaconda”.