Il Tribunale civile di Palermo ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno di 2 milioni e 200mila euro, di cui 400mila euro già versati in provvisionale, alla madre di Giuseppe Di Matteo, Francesca Castellese, e a Nicola, il fratello del ragazzino di 13 anni sequestrato dalla mafia e sciolto nell’acido per ritorsione contro il padre pentito Santino. Il giudice Paolo Criscuoli in sentenza scrive: “E’ stata lesa la dignità della persona, il diritto del minore ad un ambiente sano, ad una famiglia, a uno sviluppo armonioso, in linea con le inclinazioni personali, ad un’istruzione. Sono beni ed interessi di primario rilievo costituzionale che, pertanto, trovano diretta tutela, anche risarcitoria”. Il risarcimento è stato addebitato al boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, a Benedetto Capizzi, Cristoforo Cannella, Francesco Giuliano, Luigi Giacalone e al pentito Gaspare Spatuzza, tutti condannati per l’omicidio. Non disponendo di beni, perché tutti sequestrati, i boss non potranno pagare e il denaro sarà attinto dal fondo speciale dello Stato per le vittime di mafia.