Altri dettagli sulla bocciatura del rendiconto 2017 della Regione da parte della Corte dei Conti di Sicilia. E la replica di Musumeci.
Secondo quanto emerso dalla relazione della Corte dei Conti di Sicilia sul rendiconto generale per l’esercizio 2017 della Regione Sicilia, il bilancio della Regione dovrà essere sottoposto ad un’apposita manovra correttiva allorchè ricorre un “peggioramento del risultato di amministrazione rispetto al 2016”. La Corte dei Conti aggiunge: “Ricorre anche un peggioramento della situazione contabile degli enti locali siciliani, pregiudicando il mantenimento degli equilibri di bilancio. La gestione delle spese è orientata alla spesa corrente e vi è una bassissima propensione agli investimenti. Non è poi chiaro il rapporto finanziario con le società partecipate, tra inadempienze e lacune che hanno compromesso la veridicità e l’integralità delle risultanze contabili. Sono in flessione le entrate ordinarie mentre appare trascurata la gestione del patrimonio contabile. E segna un arresto la riduzione della spesa per il personale della Regione siciliana. Il personale è lievemente diminuito ma resta sempre il più alto d’Italia: un quarto dei dipendenti di tutte le Regioni. Troppi anche i dirigenti: alla Regione ce n’è uno ogni 10 impiegati. Il servizio sanitario regionale ha compiuto sforzi rilevanti per un graduale rientro dai debiti ma non bastano per migliorare l’efficienza della spesa, razionalizzare l’impiego del personale e rimodulare i servizi ospedalieri. Infine, la gestione dei fondi europei è in allarmante ritardo. Si profila quindi il rischio di una consistente perdita di risorse finanziarie, con un ulteriore incremento delle differenze economiche territoriali con il resto del Paese, ed una mancata crescita delle imprese, dell’apparato produttivo regionale e delle famiglie”. E il presidente della Regione, Nello Musumeci, replica: “La Corte dei conti ha messo in chiaro le poche luci e le molte ombre della situazione contabile del governo Crocetta per il 2017. Abbiamo la responsabilità di prendere atto delle cose che non vanno, proprio per porre ordine ai conti della Regione. E’ stata richiamata l’attenzione dei magistrati contabili sulla realtà delle società partecipate, serve maggiore controllo da parte della Regione. Dobbiamo smetterla di tenere in vita enti che non producono alcuna utilità e dobbiamo tutelare le risorse umane e riconvertirle. Dobbiamo inoltre abbandonare una logica del passato secondo la quale la Regione deve essere utilizzata come una sorta di bancomat. Ogni ente della Sicilia, piccolo o grande, deve adoperarsi per produrre ricchezza sul territorio altrimenti diventa un cancro e il cancro va estirpato”.