A Palermo, al palazzo di giustizia, lo scorso 15 maggio, il Procuratore Generale, Emanuele Ravaglioli, a conclusione della requisitoria, ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello la condanna a 21 anni di carcere a carico di Valentina Pilato, la giovane madre che gettò la figlia appena nata nel cassonetto il 24 novembre del 2014. In primo grado la ragazza è stata assolta perché riconosciuta incapace di intendere e di volere. Ebbene, adesso la Corte d’Appello, presieduta da Angelo Pellino, ha imposto a Valentina Pilato 3 anni di libertà vigilata. Inoltre dovrà proseguire le cure psichiatriche anti-depressive a cui è sottoposta da tempo.