Gli imprenditori che si auto-tassarono con 200mila euro ciascuno per la sua campagna elettorale: la replica dell’ex presidente della Regione, Crocetta.
La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha spiccato avvisi per la presentazione di persona sottoposta ad indagini ad un gruppo di imprenditori che nel 2012, in occasione delle elezioni Regionali, si auto-tassò con 200mila euro ciascuno per finanziare la campagna elettorale del poi eletto presidente della Regione, Rosario Crocetta. Si tratta di Giuseppe Catanzaro, Carmelo Turco, Rosario Amarù e Totò Navarra. A loro, nell’ambito dell’inchiesta che ha provocato l’arresto, tra gli altri, di Antonello Montante, i magistrati inquirenti contestano l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti. Turco, Amarù, Navarra, Catanzaro e lo stesso Montante avrebbero versato ciascuno circa 200mila euro, dunque 1 milione di euro, per sostenere la candidatura di Rosario Crocetta, che replica: “Mai presi fondi neri per la mia campagna elettorale. In genere servono per comprare voti e io non ho mai pagato nessuno in vita mia. I contributi che ho ricevuto, roba da 5mila euro, sono arrivati da imprese di Gela. E’ tutto tracciabile e in regola con la legge. Se poi queste imprese aderivano a Confindustria non lo so, so invece che Sicindustria non mi ha dato un euro. Vengo messo in mezzo a una vicenda che non mi riguarda. La verità è che c’è stato uno scontro interno a Confindustria in Sicilia, ma sono fatti che attengono all’associazione non a me. Io sono una vittima di questo scontro interno. E’ vero, nel 2012 ho fatto l’accordo politico con Confindustria, con l’associazione che stava combattendo contro la mafia. Persino Claudio Fava dichiarò all’epoca che in Sicilia bisognava fare alleanze con Antonello Montante e Ivan Lo Bello impegnati nella lotta al racket delle estorsioni, una battaglia sostenuta anche da ministri e magistrati. E io mi fermo lì, quello che è successo dopo non può essere utilizzato per gettare fango su scelte prese in un determinato periodo storico. Non ho mai fatto favori ad Antonello Montante e a Giuseppe Catanzaro, anzi: fu il mio governo a bloccare l’operazione di vendita dell’Azienda siciliana trasporti alla Jonica trasporti dove Montante era socio, e Montante fu pure condannato a pagare le spese legali. E fui io a fare chiudere per tre mesi la discarica di Siculiana di Catanzaro perché non si adeguava alle prescrizioni durante l’emergenza rifiuti, creandogli un danno per 10 milioni di euro. E poi, riguardo la scelta degli assessori, quando feci l’accordo politico con la Confindustria della legalità, Linda Vancheri, che lavorava nella Confindustria di Caltanissetta da dove era partita la svolta antiracket, entrò in giunta in quota industriale con la delega alle Attività produttive, mentre Mariella Lo Bello come rappresentante della Cgil all’Ambiente. Quando Vancheri decise di andarsene, contro la mia volontà perché volevo che seguisse l’Expo sino alla fine, fui io a nominare Mariella Lo Bello alle Attività produttive e senza indicazione di Montante. E a nominare Mariagrazia Brandara a capo dell’Irsap fu l’assessore Mariella Lo Bello perché guidava il dipartimento di competenza”.