Smaltimento illecito e dannoso dei rifiuti: la Digos sequestra l’impianto di compostaggio a Joppolo Giancaxio. L’inchiesta coordinata dalla Procura.
E’ una contesa risalente nel tempo: l’impianto di compostaggio a Joppolo Giancaxio è inquinante oppure no? E poi, le emissioni sono talmente tali da giustificare la contrarietà dei residenti, soprattutto delle contrade “Manicalunga” e “Realturco”, che più volte hanno manifestato apprensione e rabbia pubblicamente, in piazza e al Municipio, sostenuti da Legambiente, che ha interessato altrettante volte gli organi competenti della Regione Siciliana? Adesso si profila una svolta: i poliziotti della Digos di Agrigento, capitanati da Patrizia Pagano, hanno sequestrato l’impianto di compostaggio dell’impresa “Giglione Servizi Ecologici”. E’ stato eseguito un decreto di sequestro preventivo firmato dalla Procura della Repubblica e controfirmato dal Tribunale di Agrigento. E perché? Perché lo scorso 30 gennaio, gli stessi poliziotti della Digos, insieme a tecnici dell’Arpa Protezione ambiente, hanno compiuto una perquisizione nell’impianto di compostaggio. E poi hanno relazionato così: “Abbiamo riscontrato gravi irregolarità nel processo di compostaggio, violazioni della normativa sullo smaltimento dei rifiuti con conseguente deterioramento delle acque, dei terreni e dell’ecosistema circostante, con l’aggravante della continuazione del reato”. Ecco perché ai titolari dell’impianto e al procuratore generale dell’impresa sono contestati i reati di avere depositato in modo incontrollato i rifiuti e di averli immessi nelle acque superficiali, smaltendo i rifiuti illecitamente e provocando un deterioramento significativo e misurabile delle acque, dei terreni e di tutto l’ecosistema relativo all’impianto di compostaggio. Già il 20 marzo del 2016 la Polizia provinciale di Agrigento e l’Arpa protezione ambiente sequestrarono lo stesso impianto allorchè su di un’area di circa 2.500 metri quadrati sarebbero stati depositati diversi cumuli di prodotto compostato senza le necessarie autorizzazioni, e ciò per complessivi 2.500 metri cubi. Anche allora il titolare del centro di compostaggio è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento con obbligo di provvedere a proprie spese alla bonifica dell’area e al trasporto del compost in altra area autorizzata.