Dopo l’incontro e lo scontro con Pif, il presidente della Regione intende mantenere la promessa del reperimento dei fondi per i disabili. E Rosario Crocetta, che al momento ha in tasca anche la delega delle Politiche sociali, si è rivolto al suo assessore alla cassa Alessandro Baccei, e, usando un rituale insolito, gli ha scritto una lettera. Subito i numeri: attualmente i soldi in bilancio per i disabili sono 20 milioni di euro. E Crocetta pretende che siano aumentati fino a 36 milioni di euro entro martedì prossimo, 28 febbraio, quando il testo di proroga a marzo dell’esercizio provvisorio di Bilancio sarà approvato dall’Assemblea regionale. E Crocetta scrive a Baccei: “So che potresti anche pensare che ci sono altre spese da affrontare, che lo Stato ci chiede il contenimento della spesa, che io voglio rispettare, ma in casi come questo i soldi vanno trovati perché, per dirla con Rousseau, occorre garantire il contratto sociale. Senza il rispetto di tale contratto viene meno anche lo Stato di diritto. Lo Stato di diritto, infatti, si regge anche sullo Stato sociale. Ti chiedo pertanto di riportare alle effettive necessità lo stanziamento relativo al fondo regionale per la disabilità. Attendo gli atti consequenziali” – conclude il presidente. E sullo sfondo della ricerca affannosa del denaro per l’assistenza ai disabili, emergono i dati del numero degli stessi disabili, che alimentano sospetti e mormorazioni perché il numero dei disabili gravi in Sicilia, dal 2013 al 2015, è più che raddoppiato, aumentando del 130,4 per cento: da 1.598 a 3.682. Nell’Isola vi è il 30 per cento di disabili in più rispetto alla media nazionale. Gli aumenti di persone bisognose di assistenza vi sono stati in tutte le province. A Palermo da 330 a 647, e ad Agrigento, prima nella classifica, vi è il maggior numero di portatori di handicap, 719, quindi più di Palermo, oltre che Catania e Messina. E ad Agrigento sono in corso tre inchieste sui benefici della legge 104. Adesso, e soltanto adesso, i controlli sono più serrati perché l’accertamento dei requisiti è affidato a nuove unità di valutazione multifunzionali, costituite da medici, psicologi e terapeuti. Tali unità in parecchi casi non sono ancora operative, e per l’accesso ai benefici si procede con il sistema tradizionale, ossia la concessione dei benefici direttamente dalle Aziende sanitarie provinciali tramite le proprie commissioni mediche. Ed è in tale ambito che il sistema, di cui è stato partecipe anche l’Istituto di previdenza sociale, avrebbe subito distorsioni clientelari e corruttive, a danno dei disabili “onesti”.