Altri particolari nell’ambito dell’inchiesta che ha provocato il sequestro del depuratore di Lampedusa. Le indagini e gli indagati.
Emergono altri dettagli nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Agrigento e dei Carabinieri del Centro anticrimine natura che ha provocato il sequestro dell’impianto di depurazione del Comune di Lampedusa. Il depuratore non avrebbe depurato alcunché, nonostante un finanziamento pubblico di 8 milioni di euro potenzialmente adeguato per risolvere gli inconvenienti. E ciò ha determinato un inquinamento diffuso da batteri fecali con un tasso superiore di 10mila volte ai limiti di legge. A seguito di una convenzione risalente al 2015, nell’arco di due anni si sarebbero dovuti compiere i lavori che avrebbero permesso il regolare funzionamento del depuratore, gestito direttamente dal Comune. Tra i reati ipotizzati vi sono inquinamento ambientale, distruzione di ambiente naturale, falso, truffa, frode in pubbliche forniture, e omissioni in atti d’ufficio. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, agli ordini del colonnello Giovanni Pellegrino, dal Centro anticrimine natura dei Carabinieri diretto da Vincenzo Castronovo, ed è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, e dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Alessandra Russo. I 13 indagati, destinatari di un avviso di garanzia, sono l’ex sindaco Giusi Nicolini, 57 anni, l’attuale sindaco di Lampedusa, Totò Martello, 62 anni, e poi Maurizio Pirillo, 56 anni, di Palermo, dirigente della Regione Sicilia, dipartimento acqua e rifiuti. Felice Ajello, 61 anni, di Palermo, direttore servizi attuativi della Regione Sicilia per la gestione delle acque. Salvatore Stagno, 47 anni, di Palermo, titolare del Rup della Regione, il registro unico produttori. Giuseppe Tornabene, 54 anni, di Agrigento, e Giuseppe Dragotto, 63 anni, di Palermo, entrambi direttori dei lavori. Poi Manlio Maraventano, 50 anni, di Lampedusa, geometra, Calogero Fiorentino, 55 anni, di Porto Empedocle, e Francesco Brignone, 55 anni, di Lampedusa, tutti e tre già a capo dell’ufficio tecnico comunale di Lampedusa. E poi Sonia Nunziatina Cannizzo, 48 anni, di Gela, amministratore della ditta “Nuroni srl” che avrebbe dovuto eseguire i lavori. E il direttore tecnico della stessi “Nuroni srl”, Luigi Fidone, 73 anni, di Gela. E poi, ancora, Giovanna Taormina, 50 anni, palermitana residente a Lampedusa, rappresentante legale della ditta Edilscan, che sarebbe responsabile di una maxi discarica abusiva a Lampedusa contenente i liquami non depurati.