I fratelli Salvino e Mario Caputo si difendono innanzi al Giudice: “Nessun inganno a danno degli elettori”. Salvini: “Quello che ho letto mi convince poco”.
Salvino Caputo, ristretto ai domiciliari, indagato, tra l’altro, di attentato al diritto di voto dei cittadini, è stato interrogato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’ex deputato regionale ed ex sindaco di Monreale, si è difeso così: “Nessun inganno ai danni degli elettori. C’è stato un momento iniziale di smarrimento. Non mi aspettavo la dichiarazione di incandidabilità, poi comunque annullata, dopo quattro mesi. Ma la campagna elettorale l’ha fatta mio fratello Mario”. E a testimonianza di ciò, il difensore, l’avvocato Raffaele Bonsignore, ha prodotto filmati di alcuni comizi e servizi televisivi che ritraggono Mario Caputo durante la campagna elettorale per le Regionali”. E anche il fratello Mario, ai domiciliari pure lui, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, e innanzi al Gip ha spiegato: “Ho fatto scrivere ‘detto Salvino’, ma solo sulla lista delle urne e non sui facsimili e sui manifesti, perché alle elezioni amministrative di Monreale non fui eletto per pochissimi voti, e diversi voti furono annullati perché gli elettori avevano scritto Salvino Caputo e non Mario Caputo”. E altrettanto a testimonianza di ciò, i difensori, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Francesca Fucaloro hanno prodotto dei video e delle foto, oltre la fattura dei facsimili su cui si legge il nome Mario Caputo e non Salvino. E poi, ancora Mario Caputo ha citato il testo di due intercettazioni, del primo e del 10 ottobre scorsi, in cui lui, Mario, si rivolge al fratello Salvino, e gli raccomanda: “Salvino, dobbiamo dirlo a tutti che il candidato sono io”. I difensori invocano la revoca o la sostituzione delle misure cautelari in atto. Il Giudice scioglierà la riserva entro 5 giorni, e poi si pronuncerà anche il Tribunale della Libertà a cui è stata già presentata l’istanza di riesame”. Nel frattempo, Matteo Salvini ha incontrato Alessandro Pagano e Angelo Attaguile, coordinatori regionali del “Carroccio”, indagati perché, secondo la Procura di Termini Imerese, sarebbero stati partecipi dell’inganno del “Caputo detto Salvino”. E il leader della Lega commenta: “Nessun commissariamento della Lega in Sicilia, almeno per ora. Voglio prima leggere le carte e poi parlare. Ci sarà qualche querela. Quello che ho letto finora mi convince poco. Quando si cresce bisogna stare attenti e noi staremo sempre più attenti: se qualcuno si è dimostrato furbo o poco onesto, la Lega non è casa sua”.