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Il Consiglio di Stato condanna il Ministero su ricorso di una prof agrigentina

Una professoressa di Agrigento, Z E sono le iniziali del nome, 31 anni, ha partecipato al concorso per il reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e di secondo grado. Non è stata ammessa alle prove scritte per il mancato superamento della soglia dei 35/50 nella prova pre-selettiva. Ha proposto ricorso al Tar contro il provvedimento di esclusione ed è stata ammessa con riserva allo scritto. E poi è stata collocata, ancora con riserva, nella graduatoria di merito. Dunque, la docente ha presentato altro ricorso per motivi aggiunti contro la clausola della riserva tramite l’avvocato Girolamo Rubino. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso e i motivi aggiunti, ordinando lo scioglimento della riserva. E successivamente, il Tar, ancora su istanza degli avvocati Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha adottato gli atti necessari, ancora non eseguiti, utili a consentire l’assunzione della donna a tempo indeterminato. Ancora successivamente il Consiglio di Stato le ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni subiti nella misura del 30/% del trattamento economico non goduto nel periodo intercorrente tra la data in cui la ricorrente avrebbe dovuto essere assunta in servizio e quello di effettiva costituzione del rapporto di lavoro, oltre interessi accessori. Il ministero della Pubblica Istruzione pagherà le spese giudiziali.

L’avvocato Girolamo Rubino

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