Una studentessa di 18 anni di Agrigento, F F sono le iniziali del nome, ha partecipato alla prova di ammissione al corso di laurea in medicina per l’anno accademico 2017/18 all’Università di Palermo. La ragazza, in ragione della propria ridotta capacità visiva, ha indicato la necessità di disporre di tempo aggiuntivo per l’espletamento della prova ovvero di un questionario con testo ingrandito. Nonostante le rassicurazioni dell’Università, alla candidata, il 5 settembre scorso, giorno della prova, non è stato procurato alcun questionario con testo ingrandito e l’ingranditore a disposizione è stato mal funzionante. La studentessa, non ammessa, ha presentato ricorso al Tar tramite gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. L’Università di Palermo si è costituita in giudizio insieme al Ministero. Gli avvocati Rubino e Impiduglia hanno censurato i provvedimenti impugnati sotto il profilo dell’eccesso di potere, nonchè per la falsa applicazione della normativa di settore per le categorie disabili, in quanto, contrariamente a quanto sostenuto dall’Università di Palermo, il Ministero della Pubblica istruzione non ha affatto inserito tra i supporti vietati l’utilizzo di un testo ingrandito, non essendo in grado di alterare la par condicio tra i concorrenti. Il Tar del Lazio ha condiviso le tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia. La studentessa agrigentina ripeterà la prova avvalendosi di quanto necessario, e, se la supererà, sarà regolarmente iscritta al corso di laurea in Medicina.