L’Istituto Demopolis, avvalendosi di grafici e sondaggi, analizza il voto in Sicilia alle Politiche dopo il “cappotto” del Movimento 5 Stelle.
Lo straordinario risultato elettorale del Movimento 5 Stelle in Italia e soprattutto in Sicilia è stato tanto e cotanto che gli Istituti di analisi e sondaggi, come Demopolis, sono stati a lavoro per sviscerare il come e il perché. Alle urne siciliane domenica 4 marzo hanno sbarrato con una croce il simbolo del Movimento 5 Stelle 1 milione e 180mila persone circa, sollevando l’asticella del consenso quasi a sfiorare il 50%, la maggioranza assoluta, e guadagnando 335mila voti in più rispetto alle Politiche del 2013 quando il Movimento 5 Stelle fu già il primo partito nell’Isola.
Dunque, primo grafico, secondo Demopolis su 100 elettori che oggi hanno votato Movimento 5 Stelle, già 62 nel 2013 avevano scelto i 5 Stelle, 14 su 100 invece votarono per il Partito Democratico di Bersani, 9 per il Popolo della Libertà di Berlusconi, 7 per altri partiti, e poi 8 su 100 adesso sono elettori al primo voto oppure astenuti nel 2013.
Poi, secondo grafico, le ragioni del perché il voto al Movimento 5 Stelle in Sicilia: il 67% per un governo di svolta in Italia, il 65% per l’insoddisfazione verso la situazione economica e occupazionale, e poi il 54% per superare le vecchie logiche di potere e cambiare la classe politica.
E poi, terzo grafico, il confronto a distanza, sempre in Sicilia, tra Movimento 5 Stelle e il diretto antagonista Partito Democratico tra 2013 e 2018: nel 2013 al Movimento 5 Stelle 845mila voti e oggi 2018 1 milione e 180mila, con un più 335mila e un più 40%. Invece, il Partito Democratico nel 2013 470mila voti e oggi 2018 280mila voti con un meno 190mila.
E poi, quarto grafico, alla domanda su ciò che ha inciso maggiormente nella scelta di voto, l’84% ha risposto “il partito, prescindendo dal candidato”, e il 16% ha risposto “il candidato nel collegio”. Inoltre, secondo quanto riscontrato da Demopolis, alla vigila del voto, la maggioranza assoluta di chi si è recato alle urne in Sicilia non aveva idea di chi fossero i candidati alla Camera o al Senato nel proprio collegio, e quindi ha votato il partito, il simbolo, a prescindere dal candidato. E il direttore di Demopolis, Pietro Vento, commenta: “Alle Regionali del 5 novembre è stata decisiva la combinazione tra il peso dei candidati locali di Centrodestra e la scelta di una figura stimata come quella di Nello Musumeci. In assenza di quella irripetibile alchimia, Giancarlo Cancelleri sarebbe oggi, molto probabilmente, presidente della Regione. I 5 Stelle sono ritenuti oggi da un siciliano su due l’unica vera novità politica, soprattutto nella distanza dal sistema di potere che ha governato il Paese. Il voto del 4 marzo ha confermato l’estrema volatilità del consenso in Sicilia dal 2013 in poi, con una scarsa ‘fedeltà’ di un ampio nucleo dei siciliani che raramente conferma la propria scelta di voto da una competizione all’altra”.