Se in Sicilia, come più volte sollecitato dal governo nazionale, si fossero costruiti due maxi termovalorizzatori, uno per la Sicilia occidentale e l’altro per l’orientale, l’emergenza rifiuti non sarebbe mai insorta. E invece no, si sono susseguite elezioni e presidenti di Regione, 2001, 2006, 2008, 2012 e 2017, e nulla è stato compiuto. E non è colpa degli ambientalisti: loro svolgono il proprio lavoro, come il sacerdote e come il sindacalista. E se gli ambientalisti non diffidassero dei termovalorizzatori, perché così impone la narrativa ambientalista – mai però, e purtroppo, aggiornata – non sarebbero ambientalisti. Oggi nel 2018 gli inceneritori di ultima generazione sono ad impatto ambientale zero, e, anzi, funzionano anche come riciclatori dei rifiuti, come se fossero impianti di smaltimento della differenziata. E’ il progresso, che in Sicilia non è stato ancora colto, e ci si danna tra discariche sature e chiuse come attualmente lo è la palermitana di Bellolampo, e poi cassonetti, cestelli, differenziata, rifiuti all’estero, costi del servizio esorbitanti e bollette criminali a carico dei cittadini contribuenti. E non solo: nell’ambito di tale agitarsi inconsulto, e del guardare al dito anziché alla luna, ci si arrovella sulle polemiche a distanza e gli scontri tra Roma e Palermo. Il ministro all’Ambiente, Galletti, ha appena risposto piccato alla richiesta del presidente Musumeci di ottenere ‘poteri speciali’ in materia di rifiuti. Il ministro ha tuonato: “Sono 20 anni che voi governatori di Sicilia chiedete ‘poteri speciali”, e non avete mai risolto l’emergenza. Sapete parlare solo alla pancia dei cittadini” – ha sottolineato Galletti, in riferimento alla recente proposta di trasportare i rifiuti fuori dalla Sicilia. E Musumeci ha replicato altrettanto piccato così: “Se non avessi spirito istituzionale direi che il ministro Galletti è in campagna elettorale. Siccome voglio avere spirito istituzionale e rispetto per il ministro, e spero che lui ne abbia per me, ritengo che gli sia stato portato un parziale comunicato stampa: io non soltanto non parlo alla pancia dei cittadini, ma ritengo di avere fatto in parte quello che lo stesso ministro mi ha consigliato di fare con un documento firmato a Roma alcune settimane fa, e cioè portare i rifiuti fuori dalla Sicilia e al tempo stesso avviare un crono-programma di opere che andavano realizzate 10-15-20 anni fa e che invece dovrò realizzare io nello spazio di un anno e mezzo. Certo che è una vergogna, moltiplicata per 5, perchè sono 5 i presidenti di Regione che si sono avvicendati dal 1998, e sono stati proclamati cinque stati di calamità, si è fatto ricorso agli strumenti in deroga, ma non hanno portato a nulla. Io non parlo alla pancia, ma alla testa e al cuore dei cittadini a cui dico che tutti devono assumersi la loro responsabilità, dai Comuni in forma associata alla Regione perchè nello spazio di un anno, un anno e mezzo, si risolva questo problema. Ma mi aspetto dal governo nazionale un minimo di senso di responsabilità”.