La società L. srl. con sede a San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, nel 2015 ha chiesto alla Prefettura di Agrigento l’iscrizione nella cosiddetta “White list”, e ha partecipato ad una gara bandita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’affidamento del servizio di recupero e smaltimento delle imbarcazioni utilizzate dai migranti per raggiungere la Sicilia. La Prefettura di Agrigento ha negato l’iscrizione della società nella “White List” e ha rilasciato un’informativa interdittiva sulla base della presunta gravità del reato di carattere ambientale per il quale pende il processo penale a carico dell’amministratore unico della società. Pertanto l’Agenzia delle Dogane ha escluso la società dalla procedura, e la sezione regionale siciliana l’ha esclusa dall’Albo dei gestori ambientali. La società di San Biagio Platani ha proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza. In particolare gli avvocati Rubino e Valenza hanno censurato l’informativa antimafia sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione, atteso che appare arbitrario creare una sorta di automatismo tra la pendenza di un procedimento penale e la valutazione in ordine al pericolo di condizionamento mafioso. E, tra l’altro – hanno sottolineato i difensori – il reato oggetto del procedimento penale non è annoverato tra gli elementi sintomatici del condizionamento dell’impresa. Il Tar, condividendo le tesi degli avvocati Rubino e Valenza, ha prima sospeso il provvedimento impugnato, e poi, adesso, nel merito, ha accolto il gravame, annullando tutti i provvedimenti impugnati. Pertanto, la società di San Biagio Platani espleterà il servizio di recupero e smaltimento delle imbarcazioni di migranti, mentre il Ministero dell’Interno e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli pagheranno le spese giudiziali inerenti le fasi cautelari.