Le opzioni in Sicilia sono gli impianti a biogas, i termovalorizzatori, la differenziata, i cementifici e le spedizioni all’estero dei rifiuti: ecco la o le soluzioni a cui si lavora nel tentativo di, quantomeno, decidere quale tracciato intraprendere. Ed è difficile, tanto che il capo dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata alla Regione, Salvo Cocina, ammonisce: “Leviamoci dalla testa che a questo problema ci possa essere soltanto una soluzione”. Ad esempio, per i biogas, che trasformano i rifiuti in concime o gas metano, servirebbero 12 impianti da 50mila tonnellate ciascuno. Un impianto biogas è in costruzione nei pressi della discarica della Sicula Trasporti, in territorio di Lentini. Dovrebbe entrare in funzione a gennaio, e avrà una capacità da 70mila tonnellate all’anno. Più biogas, dunque, benedetti dalle associazioni ambientaliste. Però bisogna ricercare alternative anche alla differenziata, che a pieno regime non può funzionare perché mancano gli impianti che trattano l’organico: in Sicilia ne sono attivi soltanto sette. Nel frattempo? “E nel frattempo – risponde Salvo Cocina – la Regione pubblicherà dei bandi per portare fuori dall’isola i rifiuti, ma i costi saranno molto alti. E’ una strada già testata dal governo Crocetta e scartata proprio per questo motivo. Il rischio è solo allungare i tempi”. Altra alternativa sono i cementifici da convertire in termovalorizzatori, e quindi bruciare rifiuti secchi anziché combustibili. E Cocina frena: “Sì, può essere una strada percorribile, ma non risolve il problema perché parliamo di frazioni residuali di rifiuti e perché in Sicilia c’è solo un cementificio, e anche in questo caso serve un avviso pubblico”. Infine i termovalorizzatori: a prescindere da quanto deciderà la Regione, un impianto nel Messinese, a San Filippo del Mela, forse sarà attivato perché è stato autorizzato dal ministero dell’Ambiente, e brucerà 500mila tonnellate di rifiuti all’anno. E Cocina sui termovalorizzatori risponde così: “Noi non siamo per un no pregiudiziale ai termovalorizzatori. Vogliamo impostare un ciclo virtuoso completo, che è fatto di diversi elementi. Se alla fine, per chiudere questo ciclo ed eliminare la parte di rifiuti residuale, quindi non riciclabile, servirà un termovalorizzatore, si farà. Ma non esiste un’unica ricetta”.