Il vertice che si è appena svolto a Scillato, in provincia di Palermo, tra le Madonie, non è stato sufficiente. Le forze politiche del centrodestra, che hanno eletto e sostengono il neo presidente della Regione, non hanno sciolto tutti i nodi. E gli intrecci irrisolti ritardano la “fumata bianca” del primo governo di Nello Musumeci. Forza Italia conferma sul tavolo il vicepresidente con delega all’Economia, Gaetano Armao, Paolo Inglese all’Agricoltura, Marco Falcone alle Infrastrutture, e Bernadette Grasso agli Enti Locali. Il quinto assessorato azzurro lo si pescherà a Trapani, forse con Giuseppe Guaiana, o a Siracusa, altrettanto forse con Edy Bandiera. E non ricorrono certezze definitive nemmeno in casa Udc, dove, secondo i desideri del segretario nazionale Lorenzo Cesa, tra i due assessorati spettanti, uno è “cosa buona e giusta” che sia espressione della Sicilia occidentale, e l’altro della Sicilia orientale. Ed anche la coppia di assessori dei Popolari e Autonomisti, Roberto Lagalla e Toto Cordaro, traballa, perché l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha sollevato la paletta rossa sventolando il nome di un suo candidato assessore, Mariella Ippolito, farmacista, originaria di Cattolica Eraclea in provincia di Agrigento, e titolare di una farmacia a Milena in provincia di Caltanissetta. E non vi è pace tra gli ulivi nemmeno nel giardino dell’accoppiata elettorale Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. A loro spetterebbe un solo assessorato. E quindi, Noi con Salvini pretende “a me”, e sarebbe Angelo Attaguile, dirigente regionale del Movimento del Matteo milanese. E Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni, controbatte “no, a me”, e sarebbe il già trapelato Salvatore Pappalardo, inseguito da un’alternativa, che sarebbe Giampiero Cannella. Poi altri interrogativi: davvero Nello Musumeci affiderà la Sanità ad un suo uomo di fiducia, Ruggero Razza, in quota “Diventerà Bellissima”? Probabilmente sì. E poi si vocifera ancora una volta, dopo la prima smentita, l’esclusione di Vittorio Sgarbi, potenziale assessore ai Beni Culturali. Al posto di Sgarbi vi sarebbe un altro fedelissimo alla causa di “Diventerà Bellissima”, Alessandro Aricò.
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