Edy Tamajo, deputato regionale di Sicilia Futura eletto lo scorso 5 novembre nel collegio di Palermo, sarà interrogato domani martedì 14 novembre dai magistrati della Procura di Palermo che lo indagano per corruzione elettorale allorchè avrebbe comprato voti. Dalle indagini della Guardia di Finanza sarebbe emerso anche a quanto: 25 euro. Quali sono i dettagli dell’inchiesta? Le ipotesi di reato contestate al neo deputato ricorrerebbero tra Brancaccio e Ballarò dove, come sarebbe testimoniato anche da microspie ambientali, avrebbero cavalcato i “galoppini” sguinzagliati da Tamajo e che avrebbero raccolto voti promettendo soldi in cambio. Almeno così è secondo i pubblici ministeri a lavoro, Sergio Demontis e Fabiola Furnari, i quali sarebbero in possesso di elementi di prova granitici tanto che trapela siano intenzionati a procedere con il giudizio immediato, ossia subito il giudizio dibattimentale scavalcando il filtro dell’udienza preliminare, in quanto – citando testualmente il codice di procedura penale – la prova sarebbe evidente. E il giudizio immediato non solo a carico di Edy Tamajo ma anche di tre presunti “galoppini”, che sarebbero Giuseppe Montesano, Cristian D’Alia e Nicolina D’Alia. E sotto indagine vi sarebbero anche altri numerosi soggetti, come emerge dall’avviso a comparire notificato all’onorevole Tamajo il giorno dopo la notte dei festeggiamenti, martedì 7 novembre, quando lui, Tamajo, è stato costretto a consegnare tutto il materiale elettorale, compreso un elenco contenente centinaia di nomi di persone da contattare e contattate durante la campagna elettorale in tutta la provincia di Palermo. E accanto ad alcuni nomi è scritto un numero di voti. L’avvocato Giovanni Castronovo, che insieme a Nino Caleca difende Tamajo, butta subito acqua sulle scintille del sospetto, e spiega: “Nessuna lista irregolare e cifre riferibili a somme di denaro. In quell’elenco vi sono solo previsioni e proiezioni sul consenso, e il calcolo dei voti necessari per superare lo sbarramento con la lista. È stata una campagna elettorale rigorosa e trasparente. A conferma di ciò Tamajo ha consegnato spontaneamente ai finanzieri la sua agenda personale in cui annotava tutti gli appuntamenti elettorali e grazie alla quale si dice sicuro di potere ricostruire ogni suo spostamento, anche quelli nei giorni in cui i finanzieri hanno eseguito i servizi di osservazione”. Nel frattempo è il leader di Sicilia Futura, l’ex ministro Salvatore Cardinale, a rinnovare fiducia a Tamajo, e le sue parole sono: “La nostra lista ha condotto una campagna elettorale ‘francescana’, senza grandi mezzi e grandi risorse. Questo vale anche per Tamajo e la sua famiglia. Ho parlato telefonicamente con lui: mi ha giurato tra le lacrime, e io ci credo, di non avere mai conosciuto, né visto, né parlato con i protagonisti di questa vicenda esecrabile che lede l’immagine della Sicilia e delle sue Istituzioni”.