Maxi operazione antimafia all’alba di oggi ad opera dei Carabinieri del Comando provinciale di Palermo: 183 misure cautelari restrittive firmate dalla Procura e condivise dal Tribunale. Sarebbero stati disarticolati i mandamenti mafiosi della città di Palermo e della provincia, in particolare quelli di ”Porta Nuova”, ”Pagliarelli”, “Tommaso Natale – San Lorenzo”, ”Santa Maria del Gesù” e ”Bagheria”. Nel mirino, tra gli altri, Tommaso Lo Presti (che avrebbe un ruolo sovraordinato rispetto agli altri boss), Stefano Comandè di Porta Nuova, Francolino Spadaro della Kalsa, i fratelli Nunzio e Domenico Serio (il primo già detenuto) e Francesco Stagno di San Lorenzo, Guglielmo Rubino di Santa Maria di Gesù, Gino Mineo e Giuseppe Di Fiore di Bagheria. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla severa repressione che negli ultimi anni ha trasferito in cella migliaia di persone.