A Porto Empedocle, nella zona della “Lanterna”, la notte dello scorso 28 gennaio, intorno alle ore 3 del mattino, è stata bloccata un’automobile con a bordo quattro persone. E in loro compagnia due pistole, nascoste sotto un sedile: un revolver calibro 38, con matricola abrasa e sei colpi, e una semiautomatica Beretta calibro 7.65. Sono stati arrestati tutti e quattro: Danilo Barbaro, 39 anni, Andrea Sottile, 26 anni, Simone Sciortino, 23 anni, e Antonio Guida, 19 anni, agrigentini. L’arresto è stato convalidato solo per Barbaro, conducente e proprietario dell’auto. Gli altri tre sono stati scarcerati. Adesso invece sono stati nuovamente arrestati. E ciò perché agli atti delle indagini vi è anche una conversazione intercettata tra i tre: “Dovevamo andare a sparare a quello in testa e invece siamo di nuovo al Petrusa”. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Micaela Raimondo, che ha firmato l’ordinanza di arresto, dubita poco: l’intenzione durante la notte del 28 gennaio è stata quella di commettere un omicidio. Peraltro, durante il blocco dell’auto vi sarebbe stato un tentativo di depistaggio allorchè una telefonata anonima, poi rintracciata, ha segnalato una fantomatica rapina in corso in un bar della stessa zona. Una delle due pistole è risultata intestata ad un anziano di 70 anni di Favara. Nei pressi del blocco dell’auto, a ridosso di un supermercato, sono stati trovati 7 proiettili. Come emerge dai video – sorveglianza, sono stati gettati da uno degli indagati per disfarsene.