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Memoir of a Snail, ricordi oltre il guscio

Adam Elliot, regista e animator australiano noto per la struggente tragicommedia Mary & Max (2009), torna con un’opera di animazione in stop-motion che afferra con delicatezza le complessità dell’esistenza umana.
Memoir of a Snail, che si distingue per il suo approccio meticoloso alla narrazione visiva e sonora, è un manifesto dell’artigianalità cinematografica e dell’indagine intellettuale su temi universali come la perdita, la solitudine e la resilienza. Elliot dimostra nuovamente una grande abilità nell’utilizzo dello stop-motion come strumento narrativo capace di veicolare emozioni autentiche.

La scelta di un’estetica volutamente imperfetta – dove le impronte digitali lasciate sulla plastilina rimangono visibili – è lì a sottolineare la vulnerabilità e l’umanità dei personaggi. Il suo è un lavoro di attenzione ossessiva ai dettagli, dalla texture degli oggetti fino alla complessità delle espressioni facciali, capaci di comunicare una gamma sorprendente di emozioni.

La regia di Elliot è caratterizzata da un minimalismo che privilegia la staticità e l’osservazione contemplativa, con inquadrature che creano un senso di intimità claustrofobica che rende più vivido il tema della solitudine della protagonista. La cinepresa, mai invadente, si sofferma su piccoli dettagli che diventano metafore potenti: una crepa in un muro, una lente d’ingrandimento posata su un libro, un piatto vuoto.

La trama ruota attorno a Grace Pudel, una giovane donna con una passione per la collezione di lumache ornamentali e una profonda passione per i libri. La sua vita è segnata da una serie di eventi traumatici, tra cui la separazione dal suo fratello gemello, Gilbert, dopo la morte del loro padre. Questa separazione la porta a una spirale di ansia e angoscia, che viene alleviata solo dall’amicizia con un’anziana eccentrica di nome Pinky.
Gilbert, nel frattempo, viene affidato a una famiglia di fondamentalisti religiosi a Perth, dove subisce abusi, in particolare dalla matriarca Ruth. Nonostante le difficoltà, i gemelli mantengono una corrispondenza epistolare, con Gilbert che promette di riunirsi a Grace una volta cresciuto. Questa speranza sostiene Grace, anche se la sua vita a Canberra rimane priva di connessioni significative, portandola a sviluppare una compulsione per l’acquisto e l’accumulo di oggetti a tema lumaca.

La narrazione è un mosaico di memorie che si svelano progressivamente attraverso flashback. Elliot costruisce la trama con un ritmo meditativo, alternando momenti di profonda malinconia a sprazzi di ironia leggera.
Le tematiche affrontate – tra cui il lutto, il bullismo e la ricerca di connessione – sono esplorate con una delicatezza che evita il sentimentalismo e privilegia l’autenticità emotiva.

Dal punto di vista tecnico, Memoir of a Snail rappresenta un trionfo dell’animazione stop-motion. Ogni personaggio e ogni elemento scenografico è modellato a mano, riflettendo l’impegno e la passione del team creativo. L’uso del colore è particolarmente significativo: tonalità desaturate e terrene dominano la palette cromatica, enfatizzando l’ambientazione domestica e introspettiva. Gli accenti di colori vivaci – come il guscio brillante di una lumaca – creano contrasti visivi che catturano l’attenzione dello spettatore. L’animazione delle stesse lumache trasuda la sensibilità del regista: i movimenti dei gasteropodi, lenti e ponderati, rispecchiano l’idea di un mondo che procede a un ritmo diverso.
Anche l’uso della profondità di campo è notevole: Elliot manipola il focus per dirigere l’attenzione su dettagli chiave, trasformando oggetti ordinari in simboli di significato più ampio.

La colonna sonora, composta da Elena Kats-Chernin, è una sinfonia minimalista che intreccia melodie malinconiche a momenti di leggerezza. Il pianoforte domina il paesaggio sonoro, accompagnato da strumenti a corda e occasionali accenni di percussioni. La musica non è mai invasiva, piuttosto si fonde con l’ambiente sonoro per creare un’atmosfera intima e meditativa. In termini di design sonoro, l’ambiente si popola del suono di una porta che cigola, del ticchettio di un orologio, del fruscio delle pagine di un libro. Questi dettagli, spesso amplificati, contribuiscono a costruire un mondo immersivo e sensoriale. La scelta di enfatizzare i suoni ambientali è coerente con la tematica del film, che invita a prestare attenzione ai dettagli trascurati della vita quotidiana.

La scelta di utilizzare un voice-over interno, interpretato benissimo da Sarah Snook, aggiunge una dimensione intima alla narrazione. La sua voce, calda ma vulnerabile, fragile e determinata, è il filo conduttore che guida attraverso i ricordi e le riflessioni di Grace. La scelta di Kodi Smit-McPhee come narratore esterno aggiunge un ulteriore livello di profondità, fornendo una prospettiva distaccata ma empatica sulla storia di Grace.

Memoir of a Snail si inserisce in un contesto culturale più ampio, affrontando temi di isolamento e connessione in un’epoca sempre più segnata dall’alienazione. La metafora del guscio di lumaca come protezione e al contempo prigione è particolarmente rilevante in una società post-pandemica che lotta per bilanciare sicurezza e vulnerabilità.
Il film è anche un omaggio alla resilienza umana. Nonostante le sfide e le sofferenze, Grace trova momenti di bellezza e connessione attraverso le sue lumachine. Questo messaggio di speranza, pur venato di malinconia, risuona profondamente con il pubblico, rendendo il film un’opera universale e senza tempo.

Memoir of a Snail è un’esperienza cinematografica che invita lo spettatore a guardare il mondo con occhi nuovi. Con la sua combinazione di maestria tecnica, narrazione emotiva e profondità tematica, Adam Elliot ha creato un’opera che resta impressa nella memoria e nel cuore.
È una celebrazione della fragilità umana e una riflessione sulla bellezza che si trova nei dettagli più piccoli. In un’industria spesso dominata dalla perfezione digitale, Memoir of a Snail ci ricorda il potere dell’artigianalità e della narrazione sincera.

VOTO 8.5/10

Gero Miccichè
Gero Miccichèhttps://livellosegreto.it/web/@Eragal
Development Director di Electronic Arts, dove ha lavorato su GRID Legends, Need for Speed e adesso Battlefield. Vanta una lunga esperienza nella produzione in ambito televisivo, editoriale e audiovisivo, ricoprendo anche il ruolo di General Manager e Direttore Editoriale dell’emittente Teleacras. Per Gameloft ha prodotto Dragon Mania Legends e Disney Getaway Blast, anche qui partecipando attivamente alla produzione narrativa. Tra i fondatori del magazine letterario El Aleph, ha pubblicato racconti su diverse riviste e dal 2011 al 2017 è stato Direttore Artistico della rassegna letteraria televisiva ContemporaneA, dedicata alle nuove voci della letteratura italiana. Ha scritto e condotto svariate trasmissioni TV, fra cui la rubrica "Libri da ardere" e lo show videoludico GameCompass, del quale è stato direttore della testata giornalistica online. Giurato dei prestigiosi BAFTA Awards, è docente di Produzione e sviluppo di videogiochi presso la Digital Bros. Game Academy. Nel 2011, è stato insignito del premio Ignazio Buttitta e del premio Telamone per l'attività culturale, e nel 2022 ha vinto il DStars Awards, categoria “Far Star”, "per il suo contributo straordinario nello sviluppo da italiano in uno stato estero”. È fra i 100 sviluppatori italiani più importanti secondo la classifica di StartupItalia.