Nell’imminenza della sentenza al processo “Open Arms” a Palermo, nel cui ambito pende una proposta di condanna a 6 anni di carcere a carico del ministro Matteo Salvini, il procuratore aggiunto, Marzia Sabella, ha reso delle brevi repliche e ha affermato: “I migranti soccorsi dalla Open Arms non avevano diritto di scendere perché malati, ma perché uomini liberi. Infatti a Salvini si contesta il reato di sequestro di persona, non di lesioni. Il problema è la libertà non la salute. Lo sbarco dei minori competeva al ministro dell’Interno, non alla Prefettura come sostiene la difesa. E i minori avevano diritto a sbarcare secondo la normativa Sar. E’ scorretto inoltre, come fa la difesa, attribuire la giurisdizione alla Spagna, Stato di bandiera della Open Arms. La legge prevede, infatti, che la giurisdizione è del Paese nelle cui acque si trova l’imbarcazione: in questo caso l’Italia”. Poi Sabella ha smentito che ragioni di sicurezza nazionale giustificassero il no allo sbarco.