Lorena Lanceri, già presunta amante di Matteo Messina Denaro, ha reso dichiarazioni spontanee prima della sentenza d’appello: “Non sono una criminale. Mi faceva stare bene”.
Nella foto, tratta da un video di una telecamera di sorveglianza, lui, nell’automobile nera Alfa Romeo è Matteo Messina Denaro, e lei è Lorena Lanceri. Il boss le tende un sacchetto della spesa, dentro vi è della verdura. Lei, 50 anni, insieme al marito, Emanuele Bonafede, ha ospitato Messina Denaro a casa sua, a Campobello di Mazara, a pranzo e a cena, e si sarebbe adoperata anche come “tramite” dei pizzini. Lei, Lorena Lanceri, nome in codice “diletta”, sarebbe stata legata a Messina Denaro anche sentimentalmente, tanto da alimentare, come emerso da alcuni pizzini, la gelosia di un’altra presunta amante, la maestra Laura Bonafede.Una foto lo ha ritratto seduto su una poltrona, con un sigaro e un bicchiere di cognac. E il boss avrebbe ricambiato con affetto e attenzioni. Ad esempio, nel gennaio del 2017 Messina Denaro è stato padrino di cresima del figlio dei Bonafede, al quale si rivolgeva appellandolo “Figlioccio”, e lui rispondeva “Parrino”. E gli regalò un orologio Rolex da 6.300 euro comprato l’11 gennaio nella gioielleria Matranga a Palermo, annotando la spesa in un pizzino ritrovato con su scritto “6.300 orol”. Matteo Messina Denaro ha trascorso almeno una serata a settimana al tavolo del poker. Nei telefoni cellulari sequestrati a Lorena Lanceri è stata infatti scoperta una chat di gruppo su whatsapp intitolata “Pokerino beverino”, a cui hanno partecipato Messina Denaro con il nome di Francesco Salsi, e altre persone. E a proposito del nome “Francesco Salsi”, marito e moglie, Bonafede e Lanceri, hanno raccontato ai Carabinieri, recandosi loro in caserma pochi giorni dopo l’arresto di Messina Denaro: “Abbiamo conosciuto il latitante, ignorando la sua vera identità: ci è stato presentato da un parente come un medico in pensione di nome Francesco Salsi. Con quest’uomo avevamo una frequentazione sporadica”. Il 12 gennaio scorso, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Stefania Brambille, ha condannato Lorena Lanceri a 13 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa, ed Emanuele Bonafede a 6 anni e 8 mesi di prigione per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena, la stessa imputazione inizialmente contestata alla moglie. Poi in secondo grado, lo scorso 6 novembre il sostituto procuratore generale, Carlo Marzella, ha invocato la conferma della sentenza di primo grado.