In occasione del 27° anniversario dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, su iniziativa del Comune di Agrigento, in accordo con il presidente del Tribunale, Pietro Falcone e con la collaborazione di alcuni magistrati che hanno lavorato a fianco del cosiddetto “giudice ragazzino”, è stata inaugurata la “Stanza della Memoria di Livatino”. All’ingresso dell’ex Tribunale, in piazza Gallo, è stata posta una lapide e la stanza, aperta alle visite degli studenti e dei cittadini, ha recuperato la vitalità dell’epoca in cui vi ha lavorato il magistrato canicattinese, dal 1979 al 1989. Dunque, l’armadio restaurato, la vecchia macchina da scrivere e la scrivania in legno su cui Livatino era solito poggiare, tra gli incartamenti, anche il Vangelo. Oggi sullo stesso tavolo trova posto anche la copia della sua agenda personale. Presenti alla cerimonia d’inaugurazione il Prefetto Nicola Diomede, il Procuratore della Repubblica, Luigi Patronaggio che ha definito il magistrato “un eroe normale che mirava alla giustizia”, e ancora l’Associazione “Gli amici del Giudice Livatino”, il giudice Salvatore Cardinale, Piergiorgio Morosini rappresentante del Csm, e, ospite d’eccezione, la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, che, tra l’altro, ha affermato: “Sono onorata di essere stata invitata direttamente dal sindaco Firetto per questo grande evento. Il giudice Livatino, un magistrato senza paura, che ha fatto il suo dovere in modo semplice, applicando la legge. Oggi ci sono tanti uomini e magistrati che lavorano in questo modo”. E ancora ricordando le stragi del ’92, la Boschi ha sottolineato: “Non possiamo rassegnarci alla mafia. La mafia esiste ancora, e lo sanno bene coloro che si confrontano giornalmente con questa realtà, ma dobbiamo sapere che esiste anche lo Stato e l’Italia. Potranno distruggere la stele dedicata a Livatino, ma la ricostruiamo perché lo Stato non arretra”, ha concluso la Boschi.
Le interviste al Videogiornale di Teleacras.