Ad Agrigento all’Inps presentato il Rendiconto sociale provinciale 2023. Gli interventi di Carmelo Di Franco e di Alfonso Buscemi.
Ad Agrigento, in via Picone, nei locali dell’Inps, è stato presentato il Rendiconto sociale provinciale 2023. A capotavola si è seduta la presidente del Comitato regionale Inps Sicilia, Valeria Tranchina. Al suo fianco il presidente del Comitato provinciale, Carmelo Di Franco, il quale, tra l’altro, ha toccato il tasto dolente delle criticità occupazionali, con una prevalenza dei contratti e rapporti di lavoro precari e poco pagati sui tutelati. E poi ha denunciato che i ritardi nella fase sanitaria di competenza dell’Azienda sanitaria nel riconoscimento dell’invalidità civile provocano ulteriori difficoltà a soggetti che già versano in condizioni di disagio. Il direttore provinciale dell’Inps, Peppino Fabio Segreto, ha esposto tecnicamente il contenuto del Rendiconto 2023, dal quale – ha rilevato Di Franco – “sono emersi ottimi risultati di gestione dell’attività svolta dalla Direzione Inps di Agrigento che si è contraddistinta in ambito regionale e nazionale”. Valeria Tranchina ha apprezzato l’operato di Di Franco e di Segreto, e poi ha informato che all’assessorato regionale al Lavoro è stato appena presentato un progetto regionale, redatto in sinergia tra il Comitato regionale e la Direzione regionale Inps Sicilia, finalizzato ad agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso il coinvolgimento di imprese, Centri per l’impiego e Poli universitari. Alla riunione hanno partecipato e sono intervenuti diversi rappresentanti delle Istituzioni, delle Organizzazioni sindacali, degli Ordini professionali e dei Patronati, che hanno riconosciuto e condiviso il valore dell’iniziativa e la rilevanza delle tematiche trattate.
E alla presentazione del Bilancio sociale provinciale 2023 dell’Inps di Agrigento è intervenuto il segretario generale della Cgil agrigentina, Alfonso Buscemi, che ha sottolineato come la narrazione del governo nazionale secondo cui ricorrono maggiore occupazione e benessere è smentita dai numeri. Almeno ad Agrigento. “Infatti – ha spiegato Buscemi – dal report Inps si evince che i giovani emigrano alla ricerca di lavoro altrove, aumentano le indennità di disoccupazione pagate, e ciò testimonia che il lavoro è discontinuo, che le retribuzioni sono tra le più basse d’Italia, e quindi meno contributi versati e pensioni basse. Abbiamo una provincia più anziana con un sistema pensionistico che alla lunga non reggerà perché meno lavoratori che versano contributi determina anche che le pensioni del futuro non si potranno pagare. Si tratta di una ‘bomba sociale’, causata dall’elevata disoccupazione, dalla povertà crescente e dalla sospensione del reddito di cittadinanza, tutti fattori che mettono a rischio la tenuta sociale del territorio. L’aumento del costo della vita aggrava ulteriormente le difficoltà delle famiglie agrigentine. Sindaci e Istituzioni locali dovrebbero impegnarsi maggiormente, concentrandosi sui problemi reali dei cittadini, come la mancanza di lavoro, l’inadeguatezza delle infrastrutture, le carenze nei servizi pubblici, come la sanità e l’istruzione. La provincia di Agrigento, già ai margini delle classifiche nazionali per la qualità della vita, soffre per l’assenza di investimenti e per l’isolamento infrastrutturale, che rende difficile fare impresa e limitare l’emigrazione dei giovani e delle famiglie. Come Cgil continueremo a monitorare attentamente questa situazione, per costruire una società più giusta, in cui nessuno sia lasciato indietro. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, sempre al fianco dei lavoratori e dei cittadini di Agrigento, per una provincia più solidale e inclusiva”.