L’ex presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero, ancora ascoltato al maxi processo sul cosiddetto “Sistema Montante”. Contro-esaminato dal suo difensore, l’avvocato Annalisa Petitto.
Altra udienza, innanzi alla sezione penale del Tribunale di Caltanissetta presieduta da Francesco D’Arrigo, al maxi processo ordinario sul cosiddetto “Sistema Montante”, a carico di 30 imputati nell’ambito dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, tra il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. Il difensore, l’avvocato Annalisa Petitto, ha svolto il controesame del suo assistito, ovvero Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, testimone ‘chiave’, parte offesa e parte civile per le molteplici ritorsioni subite dal “Sistema Montante”. Cicero a domande ha risposto: “Dopo la notizia dell’indagine per concorso esterno alla mafia a carico di Montante emersa il 9 febbraio 2015 da un articolo di ‘Repubblica’ a firma di Attilio Bolzoni, l’ex assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, mi confidò di essere molto preoccupata che Gioacchino Montante, detentore di segreti sul conto del fratello Antonello Montante, e anche Giovanni Crescente, ex direttore di Confindustria Caltanissetta, potessero rivoltarsi contro Montante. Inoltre Montante mi disse di essere riuscito a salvare la carriera politica di Giuseppe Lumia per averlo fatto reinserire nelle liste del Partito Democratico alle elezioni Nazionali del 2008, dopo che era stato, ufficialmente, escluso dal suo partito. Montante, nel 2014, mi disse che avrebbe fatto fare un ‘giro’ da assessore anche al suo ‘pupillo’ Gianluca Miccichè (ex deputato regionale di Caltanissetta), poi effettivamente verificatosi nel 2015 con la nomina di Miccichè ad assessore della Famiglia della giunta regionale presieduta da Rosario Crocetta. Montante, nel 2015, per tramite di un suo fidato collaboratore, aveva fatto arrivare le sue ‘ambasciate’ ad Alida Maria Marchese, soggetto di Confindustria Caltanissetta, da sempre vicinissima a Montante e destinataria di molteplici incarichi pubblici, per la convocazione della Marchese davanti ai pubblici ministeri quale persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine a carico di Montante. Ho ricevuto su whatsapp, nel 2015, due fotografie, consegnate immediatamente alla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, che immortalavano seduti nello stesso tavolo a cena, nel ristorante di un albergo di Cefalù, Montante, a quel tempo sotto indagine per concorso esterno alla mafia, Crocetta, l’allora assessore regionale Mariella Lo Bello e l’ex commissario dell’Irsap Mariagrazia Brandara. L’altra fotografia immortalava, stavolta nelle ore mattutine, Montante, la Lo Bello e la Brandara che conversavano in modo confidenziale nel giardino della stessa struttura alberghiera di Cefalù”. Cicero ha concluso descrivendo, in modo molto circostanziato, le ulteriori numerose ritorsioni subite negli anni, a suo avviso ideate da Montante e poste in essere da Crocetta, Brandara e Lo Bello con la complicità di taluni burocrati della Regione siciliana e dell’Irsap che in cambio avrebbero ricevuto incarichi di rilievo. Le ritorsioni sarebbero consistite nella presentazione di denunce contro Cicero all’Autorità giudiziaria, poi tutte archiviate per infondatezza, in ispezioni attivate a tutto campo nel suo ambito lavorativo, in incessanti ed estese campagne mediatiche, accuse propalate innanzi alla Commissione nazionale antimafia e a diverse Commissioni legislative dell’Assemblea Regionale, tutte azioni – come sottolineato dal testimone – mirate a procurare a Cicero rilevanti danni economici e ripercussioni anche nella sua attività professionale. Montante aveva minuziosamente annotato tali ritorsioni nel dossier di 300 pagine, sequestrato dalla Squadra Mobile, che aveva redatto per colpire e screditare Cicero davanti all’autorità giudiziaria e all’opinione pubblica, per depotenziare le denunce che aveva presentato alla Direzione distrettuale antimafia nissena nei confronti di Montante e dei suoi sodali. Prossima udienza il 30 settembre per il controesame di Alfonso Cicero da parte dei difensori degli imputati.