Il capo della Protezione civile, Cocina: “La nave cisterna militare costa 20 e non 50.000 euro a viaggio, ma con i pozzi abbiamo già ottenuto molta più acqua”.
Un rifornimento da parte della nave cisterna militare “Ticino” non costa 50.000 euro, come emerso poche settimane addietro in occasione del primo e ultimo attracco a Licata per scaricare 1.200 metri cubi d’acqua. Il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, ha infatti interpellato il Covi, ovvero il Comando operativo di vertice interforze della Difesa, e il Covi ha risposto: “Costa 20.000 euro”. E Cocina trae spunto da ciò per rilanciare il rimedio dei pozzi come il più conveniente ed efficace al momento. E afferma: “Sono stati individuati nuovi pozzi che hanno permesso di immettere nelle reti quantità di acqua di gran lunga maggiori rispetto a quanto possibile con la nave cisterna. Per questa ragione, al momento, verificata la concreta possibilità di approvvigionamento con la nave, terremo però in stand by questa soluzione. Procede, infatti, la realizzazione delle opere previste dal primo Piano per l’emergenza idrica, finanziato con 20 milioni di euro dal governo nazionale a cui si stanno aggiungendo altri 38 milioni di risorse regionali. Gli interventi già effettuati nell’Agrigentino hanno consentito all’Aica di immettere nelle reti idriche 150 litri al secondo di acqua in più, 18 mila metri cubi al giorno, che supera l’apporto di circa 2 litri al secondo, per 5 giorni e neanche continuativi, che può arrivare con la nave cisterna. E, via via che gli altri interventi in programma si concluderanno, questo dato è destinato ad aumentare di altri 100 litri al secondo”.