Al mattino di oggi ad Agrigento la marcia per l’acqua, da Porta di Ponte a piazza Pirandello. Si invocano rimedi contro la perdurante e grave crisi idrica.
Dopo le prove di collaudo della marcia di protesta tra le piazze Bibbirria e Pirandello lo scorso 21 maggio, al mattino di oggi sabato primo giugno gli agrigentini assetati si radunano a Porta di Ponte, l’ingresso al centro storico di Agrigento. Manifestano esasperazione ma non rassegnazione a fronte della perdurante e grave crisi idrica e della prospettiva di mancanza di rimedi, almeno per il momento. I turni di distribuzione in città superano anche i 10 giorni, e la pressione è in tante zone insufficiente, e nei recipienti resta solo la papera che non galleggia. Le autobotti private a pagamento in circolazione sono molte di più degli autobus urbani, tra una sosta qui e un’altra là. Il corteo, organizzato dal Cartello sociale, ovvero Diocesi, Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con associazioni civiche e organizzazioni imprenditoriali, marcia lungo la via Atenea, affollata adesso di tanti turisti che scoprono un cancro storico che da decenni affligge la popolazione, paradossalmente circondata dal mare ma col dissalatore costato milionate di euro mai utilizzato perché costoso. E nemmeno conservato come ruota di scorta negli eventuali casi di emergenza, come sarebbe stato attualmente. E invece serviranno altre milionate di euro per renderlo funzionante. Quando? Mai! Procedendo verso piazza Pirandello sono sollevati cartelli con la scritta: “Vogliamo l’acqua”, così come, in termini banali quanto efficaci e immediati, è stata intitolata l’iniziativa. E poi fischietti e tamburi, quasi come fosse la processione di San Calogero, il santo dei miracoli e delle grazie, venerato ad Agrigento più del patrono San Gerlando. Innanzi all’ex convento San Domenico, sede del Comune, si anima un sit – in. Una delegazione di manifestanti raggiunge il terzo piano e poggia sul tavolo del sindaco un documento sui perchè della protesta. Uno su tutti: la beffa di non avere sfruttato entro il termine perentorio dello scorso 31 dicembre gli oltre 44 milioni di euro atterrati da Bruxelles per il recupero della rete idrica cittadina, un colabrodo che disperde nel tragitto più del 50% dell’acqua immessa nelle condotte. Sì: è stato promesso che il progetto, già nella 14 – 20, sarà riposizionato nell’agenda europea 2021 – 2027. E’ stato spiegato che i fondi sono solo congelati e che bisognerà attendere l’approvazione prima dell’esecuzione. Nel frattempo si ‘suca’ la poca acqua restante. Tra un mese è San Calogero, ancora lui. Si invocherà il soccorso del Santo Nero, del suo pane che oggi è l’acqua. Non sono escluse altre giornate di mobilitazione…