La crisi idrica in Sicilia come emergenza nazionale martedì prossimo sul tavolo del Consiglio dei ministri. Schifani: “Scaviamo pozzi e prospettiamo i dissalatori”.
Martedì prossimo 30 aprile, tra una settimana, il Consiglio dei ministri esaminerà l’istanza di dichiarazione come emergenza nazionale della crisi idrica in Sicilia, a fronte della perdurante siccità e dell’impreparazione infrastrutturale a fronteggiare la siccità. E il presidente della Regione, Renato Schifani, conferma: “Abbiamo chiesto al governo nazionale la dichiarazione di stato di emergenza, ho parlato con Palazzo Chigi e mi è stato annunciato che il Consiglio dei ministri affronterà il tema martedì 30”. E poi, in riferimento alla impreparazione infrastrutturale, Schifani aggiunge: “La Regione si sta organizzando. Abbiamo stanziato 16 milioni di euro e stiamo indicando al governo nazionale le opere urgenti da mettere in campo: pozzi e dissalatori mobili”. I 16 milioni di euro sarebbero compresi nella mini manovra finanziaria progettata dalla giunta regionale, sotto il titolo di “Disposizioni finanziarie varie’, e che sarà sottoposta, come secondo prassi istituzionale, all’esame dell’Assemblea Regionale. E più nel dettaglio sulla ‘impreparazione infrastrutturale’ il presidente della Regione prospetta: “L’escavazione di nuovi pozzi e l’attivazione di dissalatori mobili sono alcune delle soluzioni individuate dalla cabina di regia regionale per l’emergenza idrica. E poi anche la riattivazione di alcuni dissalatori abbandonati, ma questo non potrà avvenire in tempi immediati”.