Giovedì prossimo, 21 settembre, saranno trascorsi 27 anni dall’agguato mortale ad Agrigento, in contrada Gasena, al giudice Rosario Livatino, adesso “Servo di Dio” e prossimo alla canonizzazione. E in occasione del 27esimo anniversario della morte, don Giuseppe Livatino, che è il postulatore della causa diocesana per il riconoscimento della Santità del Magistrato, annuncia che è stata conclusa l’escussione dei testimoni, l’acquisizione di tutti i documenti, scritti, editi e inediti, e quant’altro sia necessario per la causa di beatificazione. Don Giuseppe Livatino opera a Canicattì dove, come ogni anno, è stata organizzata la “Settimana della Legalità”: domani sera, mercoledì, nella chiesa di San Domenico, dove furono celebrati i funerali di Livatino in presenza, tra gli altri, anche di Giovanni Falcone, alle ore 20, si svolgerà una veglia di preghiera. E poi, a seguire, una fiaccolata in marcia fino alla “Casa Museo Livatino”, attualmente in allestimento. E poi, giovedì, 21 settembre, dopo la messa, saranno deposte le corone di fiori ad Agrigento, in contrada Gasena, lungo la strada statale 640, dove non Gaetano Puzzangaro, inteso “a musca”, come si è sempre creduto, ma Paolo Amico, inteso “u parà”, inseguì giù nella scarpata e uccise il magistrato già ferito. La stele che ricorda quanto accadde il primo giorno d’autunno del 1990 è stata danneggiata lo scorso 17 luglio. E adesso, invece, ai piedi della stessa lapide, ignoti hanno abbandonato a terra una vecchia macchina per scrivere con un foglio su cui sono state stampate due poesie: “A mio padre” del poeta Alfonso Gatto, protagonista dell’ermetismo italiano, e parte di “Lettera alla madre”, una poesia di Salvatore Quasimodo. Il direttore dell’Amico del Popolo”, il settimanale della Diocesi di Agrigento, don Carmelo Petrone, pone degli interrogativi: “Chi ha deposto la macchina nei pressi della stele? Perché? Quale messaggio? Che cosa lega insieme Livatino, Quasimodo e Gatto? Perché due poesie che si riferiscono ai genitori, il Padre e la Madre?”. Dopo il 21, la “Settimana della Legalità” proseguirà il 22 settembre con il convegno su: “Dalla Valle dei Templi a Sibari: l’impegno della Chiesa contro la criminalità mafiosa ed organizzata” con don Giuseppe Livatino e Luigi Patronaggio, Procuratore Capo della Repubblica di Agrigento. Il 23 sarà la volta dell’evento “I Madonnari disegnano la Legalità”, e il 25 settembre l’omaggio al Giudice Antonino Saetta e al figlio Stefano, uccisi, ancora sulla 640, il 25 settembre 1988.