La Regione con la bandiera bianca attende da Roma la dichiarazione di emergenza nazionale per la crisi idrica. Nel Fanaco, anche per Agrigento, acqua fino a luglio. L’arma delle navi dissalatori dell’esercito.
L’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia – ovvero, in termini più potabili, l’ufficio della Regione che si occupa delle risorse idriche dell’isola, e che adesso è coordinato dall’ingegnere di Messina, Leonardo Santoro – ha stimato che, per attenuare la crisi da siccità e da reti colabrodo, in Sicilia servono investimenti per 720 milioni di euro: 130 per interventi a breve termine, e 590 milioni per opere a medio termine. Si tratta innanzitutto di lavorare negli invasi contro i volumi morti, ovvero fanghi e detriti sedimentati negli invasi che non consentono l’utilizzo di tutta l’acqua contenuta nelle dighe. Poi occorre investire nel reperimento di nuove fonti ad uso potabile, quindi i dissalatori fissi o anche dissalatori mobili, ossia le navi delle forze armate con funzioni di dissalatori. Poi sfruttare pozzi e sorgenti con sistemi di interconnessione e adduzione. Poi programmi di riduzione dei consumi e campagne di informazione e sensibilizzazione al risparmio idrico. Sono già 142 su 391 i Comuni dove sono state razionate le forniture di acqua potabile per la popolazione. Prima a gennaio e poi a marzo SiciliAcque ha ridotto le quantità di prelievo dagli invasi Fanaco e Ancipa, che servono i Comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. Ebbene, secondo l’Autorità di Bacino il Fanaco ha acqua sufficiente fino a luglio, e l’Ancipa fino a settembre. Complessivamente la Sicilia ha bacini per riserve d’acqua capaci di contenere 708 milioni di metri cubi: gli invasi attualmente sarebbero pieni per poco meno della metà: 313 milioni di metri cubi lordi, perché al netto dei sedimenti, quindi i volumi morti sui fondali, sono 178 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua. Ecco perché su Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, sventola “bandiera bianca” (più o meno come quella di Franco Battiato) e da Roma si attende la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia. Nel frattempo il presidente della Regione restituisce al mittente le critiche piovute a raffica sulla gestione dell’emergenza in Sicilia. Schifani tuona: “Non possiamo tollerare che ci sia chi specula volgarmente sulla Sicilia per attaccare il governo e, cosi facendo, provare a recuperare qualche voto. L’emergenza siccità che vive la Regione non nasce oggi e non è certo imputabile al governo di centrodestra. Siamo perfettamente consapevoli della delicatezza della situazione, non a caso siamo già intervenuti con una serie di misure per attenuare la crisi e le sue ripercussioni sui cittadini e sui settori produttivi. E siamo pronti ad adottare ulteriori provvedimenti per scongiurare gravi danni alla regione attraverso una qualificata e ristretta task force, snella e operativa, da me coordinata, che insedierò a giorni. Siamo certi che il governo nazionale si unirà agli sforzi di quello regionale per superare le criticità, così come ha fatto nel passato” – conclude. In conclusione curiosità: il sindaco di Favignana, l’ex deputato regionale di Rifondazione Comunista, Francesco Forgione, ha imposto il divieto di lavaggio delle automobili e dei terrazzi privati.