“Rigettiamo integralmente la bozza di decreto ministeriale presentata al ministero dei Trasporti ieri. Anche se abbiamo disertato il tavolo, sono bastate le bozze e slide a farci vergognare di essere imprenditori italiani che mettono delle pezze ad una mobilita’ disastrata a causa della conclamata incapacita’ di questa politica di farla funzionare. Ma a questo punto ci chiediamo se ci sia anche della malafede”. Lo affermano, in una nota, le associazioni Sicilia Anitrav,Asincc, ABT2020 , ANAT ,CNA-FITA Sicilia NCC insieme alle associazioni nazionali Sistema trasporti , comitato Air , AnccItlia , Anitrav , in una dura nota che segue la scelta di non aderire al tavolo del ministero dei Trasporti. “Non sappiamo altrimenti spiegarci come sia possibile smantellare scientificamente un settore che cuba 1,5 mld di euro e che potenzialmente potrebbe arrivare a 6 mld. Siamo alla violazione della liberta’ di movimento delle imprese e delle persone che non ne vogliono sapere di guidare o farsi trasportare da un taxi – aggiungono -. Il ministero vuole tracciare ogni singolo spostamento degli Ncc e dei loro clienti, ma anche fornitori e contratti. Vuole che passi almeno un’ora tra un cliente e l’altro. Questo decreto viola la costituzione non consentendo di fatto l’acquisizione delle commesse fuori dalle rimesse e viola la legge vietando ogni forma di intermediazione comprese quelle generate da cooperative e consorzi. I tour operator piu’ importanti e le agenzie di viaggi potranno vendere servizi di Ncc in tutto il mondo tranne che in Italia”. “Evidentemente pensano di rispondere alle proteste dei media internazionali della scorsa estate, lasciando a piedi ancora piu’ persone. Abbiamo avuto quindi ragione a non presenziare dato che abbiamo avuto la prova che non sussistono le condizioni di terzieta’ minime per alcun ragionamento. Ci e’ stata data solo la possibilita’ di assistere alla nostra esecuzione. Per queste ragioni chiediamo un incontro urgente al Presidente Meloni anche perche’ dovra’ mettere una firma almeno su un Dpcm. La legge 21/92 sta rischiando di diventare un caso di psichiatria in cui dei due soggetti normati, uno viene tracciato da un gigantesco grande fratello mentre l’altro puo’ continuare ad operare in forma assolutamente anonima, senza nemmeno l’obbligo di una ricevuta fiscale. Tutto questo e’ paradosso, e’ violenza, e’ privazione della dignita’ che non possiamo piu’ accettare. La categoria non e’ stata minimamente rappresentata alla riunione al MIT di ieri e non lo sara’ nemmeno alla prossima perche’ rispondera’ nella piazza e nei tribunali”, concludono le associazioni di categoria.