La perdurante siccità e la conseguente crisi idrica: dopo le province di Agrigento e Caltanissetta, le misure di attenzione estese a tutta la Sicilia. I dettagli.
Monitoraggio delle attuali risorse idriche, individuazione di altre fonti di approvvigionamento, riduzione delle perdite, interconnessione tra le condotte degli invasi, e utilizzo razionale dei quantitativi d’acqua disponibili per alleviare la crisi determinata dalla ormai prolungata assenza di precipitazioni significative: ecco alcune delle misure adottate dall’Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici, istituito su iniziativa del presidente della Regione, Renato Schifani, e che si è appena riunito in presenza di tutte le parti in causa. L’Osservatorio, che ha confermato il livello di criticità idrica “media”, ha deciso di estendere a tutto il territorio regionale le misure di attenzione che, lo scorso dicembre, sono state già avviate per le province di Agrigento e Caltanissetta, ovvero quelle che, al momento, presentano i problemi più gravi sia per quanto riguarda l’uso potabile che per quello irriguo. L’attuazione di tali misure ha già permesso l’aumento dell’autonomia temporale dei volumi idrici esistenti, anche attraverso l’interconnessione tra le condotte di diversi invasi e l’incremento delle dotazioni, garantito dalla riattivazione di pozzi esistenti. E il presidente Schifani commenta: “Da parte del mio governo c’è massima attenzione al tema dell’approvvigionamento idrico. Seguiamo costantemente l’evoluzione della situazione legata alle scorte e stiamo programmando gli interventi nel breve e nel medio-lungo periodo. Abbiamo adesso un quadro concreto e preciso delle opere da attuare in collaborazione con il governo nazionale per contrastare gli effetti della mancanza di piogge. Riteniamo che il Piano nazionale possa essere lo strumento più idoneo per avere le risorse necessarie a migliorare la capacità di accumulo delle dighe e il funzionamento delle condotte” – conclude. Più nel dettaglio, il Piano prevede una spesa di circa 150 milioni di euro per l’adeguamento del sistema di tenuta e dragaggio della diga Rosamarina (in provincia di Palermo) e per il miglioramento delle opere utili alla sua gestione per un importo di 25,9 milioni di euro. Poi per lo sfangamento dell’invaso “Madonna delle Grazie”, sotteso alle dighe “Scanzano” e “Rossella” (in provincia di Palermo), per il ripristino della capacità originaria, per 9,2 milioni di euro. Poi per la manutenzione straordinaria del sistema di approvvigionamento primario della Sicilia centro-meridionale, ovvero la diga “Fanaco”, in provincia di Palermo, per un totale di 49,2 milioni di euro. E ancora: per la manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento “Contrasto” sul fiume Simeto (in provincia di Catania) per l’alimentazione del sistema irriguo, per un importo di 48,8 milioni di euro. E per la sostituzione della condotta metallica sul fiume Simeto in località Ponte Barca (in provincia di Catania) tramite cui sono consegnati i volumi irrigui alle prese di distribuzione, per complessivi 23,5 milioni di euro. L’Osservatorio per gli usi idrici si riunirà nuovamente a breve per riscontrare l’efficacia delle misure adottate e monitorare il livello di crisi idrica regionale.