Come preteso dalla Procura, il Tribunale dei minori di Palermo ha sospeso la potestà genitoriale a Martina Gentile, presunta “postina” di Matteo Messina Denaro, ma non l’ha separata dalla figlia.
Il Tribunale per i minori di Palermo, come preteso dalla Procura, ha sospeso la responsabilità genitoriale di Martina Gentile a tutela di sua figlia, una bambina di 3 anni, imponendole un percorso di recupero, partecipando ad attività di formazione organizzate da associazioni antimafia. Attenzione: è stata sospesa la potestà genitoriale, ma la bambina non è stata sottratta fisicamente alla madre. E il Tribunale ha spiegato perchè. E ha scritto: “Perchè non sembra in questo momento incombente la necessità immediata di un allontanamento della bambina con interruzione dei contatti con la madre”. La bimba è dunque a casa, con la madre, ristretta ai domiciliari. E i giudici che hanno deciso così spiegano ancor più nel dettaglio: “Occorre innanzitutto rilevare che il reato per il quale la Gentile è indagata non è connotato da violenza fisica o minaccia alla persona. E non è rivolto contro i familiari, pur potendo determinare ricadute negative. E poi, la rottura del legame o l’allontanamento dai genitori sono una extrema ratio da adottare solo quando siano falliti i tentativi di recupero di una genitorialità responsabile. Infine, riguardo al padre della bambina, non emergono in questo momento elementi che inducano a ritenere un coinvolgimento penale o socioculturale deviante, e la bambina può godere anche dell’affetto e della guida della nonna paterna, che, anche lei, non sembra toccata dall’appartenenza a contesti criminali o devianti”. Dunque, in sintesi: l’esercizio della responsabilità dei genitori è confermato al padre della bambina, e la bambina non deve interrompere i contatti con la madre. Nel frattempo – scrive ancora il Tribunale – Martina Gentile dovrà seguire un percorso di recupero, attraverso l’inserimento in attività formative presso associazioni o enti impegnati specificamente nel contrasto culturale e sociale al fenomeno mafioso, valutando anche la necessità di un allontanamento suo e della bambina dal contesto territoriale”. Nel corso del procedimento, Martina Gentile, 31 anni, di Campobello di Mazara, arrestata ai domiciliari dai Carabinieri del Ros martedì 5 dicembre per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena a vantaggio di Matteo Messina Denaro, è stata interrogata nei locali del Commissariato di Polizia di Mazara del Vallo dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto. Lei, la figlia della presunta amante di Messina Denaro, Laura Bonafede, e dell’ergastolano Salvatore Gentile, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Però ha reso delle dichiarazioni spontanee: “Sono molto confusa. Da bambina ho voluto bene a Matteo Messina Denaro, ma ultimamente ho capito di avere sbagliato”. E poi ha aggiunto: “Ho iniziato un percorso di legalità con un’associazione antimafia e gli assistenti sociali. E ho scelto di lasciare il mio paese, Campobello di Mazara, per andare a insegnare a Pantelleria, dove ho accettato delle supplenze, per prendere le distanze da un contesto in cui non mi riconoscevo più”. A Martina Gentile, in quanto madre di una bambina, sono stati concessi gli arresti domiciliari. La Procura di Palermo ha già invocato il suo arresto lo scorso 13 aprile, quando è stata arrestata la madre Laura. Lo stesso giudice Montalto rispose “no”, ritenendo insufficienti gli indizi di colpevolezza. Nel frattempo alla madre, a conclusione delle indagini, è stato aggravato il capo d’imputazione, da favoreggiamento ad associazione mafiosa.