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Spesa fondi Ue, allarme Legacoop

In Sicilia Legacoop rilancia l’allarme sui ritardi nella spesa dei fondi strutturali europei, soprattutto il Pnrr. Lo stato dell’arte e gli interventi.

In Sicilia Legacoop rilancia l’allarme sui ritardi nella spesa dei fondi strutturali europei, soprattutto il Pnrr, che rischiano di aggravare ulteriormente il divario con Nord e Sud. Nell’Isola, finora, solo il 6 per cento dei progetti è stato aggiudicato, su una media del Sud Italia del 9 per cento, e del 15 per cento nel Nord. Ampia parte delle risorse disponibili è stata impegnata, e adesso è necessario accelerare sul fronte della spesa certificata in cui si registra una condizione di stallo. Dalla mancata utilizzazione di tale fondamentale sostegno allo sviluppo dell’economia potrebbe derivare un impatto significativo su vari settori, tra cui le infrastrutture, l’istruzione e l’occupazione: è quindi vitale agire velocemente. E’ prioritario il potenziamento della pubblica amministrazione a livello centrale e locale per focalizzare l’attenzione su obiettivi mirati, con un approccio concreto attraverso cui la qualità della spesa prevalga sulla quantità. Il presidente nazionale di Legacoop, Simone Gamberini, sottolinea: “E’ un treno che non possiamo perdere. Purtroppo vediamo una dinamica che non ci rassicura. Gli interventi sono concentrati su grandi infrastrutture nel Nord, e c’è un problema di competenze nelle Pubbliche amministrazioni. Bisogna agire, concretamente e velocemente”. E Paco Cottone, coordinatore del settore Produzione e Servizi di Legacoop Sicilia, aggiunge: “Il reddito pro-capite dei cittadini del Sud Italia è inferiore del 65% a quello dei cittadini dell’Unione. Negli ultimi due anni il Prodotto interno lordo del Sud si è, finalmente, allineato a quello del Nord Italia ma questo segnale non è sufficiente. Tra Pnrr e fondi europei, per un totale di 200 miliardi di euro, 80 miliardi sono vincolati al Sud e 6 destinati alla Sicilia ma, su quel totale, a oggi è stato speso circa il 14%. La percezione che rimane oggi è che l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze tra Nord e Sud non sarà raggiunto. Ben 70 progetti, di cui la metà al Sud, sono oggi ritenuti critici, e in Sicilia la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha tagliato infrastrutture stradali, ferroviarie e altro. Burocrazia e tempo sono i principali nemici di una buona gestione e attuazione”. E poi, più nel dettaglio, Cottone conclude: “Il 75 per cento delle procedure di gara sono in ritardo. Su 200 miliardi assegnati all’Italia, solo il 14 per cento è stato speso. I trasferimenti avvengono dalle amministrazioni centrali ai soggetti attuatori, ma, appena le risorse arrivano alle gare, si va a rilento. La pubblica amministrazione non possiede professionalità specifiche: soltanto il 54 per cento degli impiegati è diplomato e il 22 per cento laureato, numeri molto al di sotto della media europea. I dipendenti pubblici sono mal formati, mal pagati e anche pochi, non ce la possono fare, mancano 66mila competenze specifiche. Alle istituzioni è mancato il turnover”.

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