La Direzione regionale del Partito Democratico ha votato e approvato l’ordine del giorno, proposto dal segretario regionale, Fausto Raciti, che delibera l’ok del Pd alla candidatura a presidente della Regione Sicilia del rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari. E nel corso della seduta, a cui ha partecipato anche il coordinatore della segreteria nazionale, Lorenzo Guerini, è stato redatto un documento in cui si legge: “La direzione regionale del Pd riconosce la qualità del lavoro di governo di questi anni come base di un progetto di cambiamento sul quale continuare a lavorare. Ringrazia il presidente uscente della Regione Rosario Crocetta per essere stato protagonista di questa esperienza e per avere creato le condizioni di una alleanza competitiva nella prossima tornata elettorale. Ringrazia gli assessori del Pd per l’egregio lavoro svolto e per gli importanti risultati conseguiti sui quali va proseguito il lavoro. In tal senso auspica la candidatura degli stessi nelle liste del Pd, testimonianza della serietà con la quale intendiamo presentarci agli elettori”. Bene, punto e a capo. Adesso il cerino è ancora in fiamme nelle mani di Alternativa Popolare. L’eurodeputato Giovanni La Via dovrebbe essere il candidato vice presidente, in tandem con Micari, ma non tutto il partito del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, è d’accordo, soprattutto in riferimento all’alleanza con Renzi e Casini. Ad esempio, sono più o meno manifestamente dissidenti e riottosi Piero Alongi, Francesco Cascio, Giovanni Lo Sciuto, Giuseppe Di Maggio, Nino Germanà e Bruno Mancuso. Nel frattempo, prosegue la campagna elettorale il candidato presidente del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, che, tra un comizio e l’altro, girandosi intorno commenta: “La Sicilia sarà bellissima, certamente, ma senza le facce dei soliti politicanti, in perenne e vergognosa lite per poltrone e strapuntini, con i problemi dei siciliani lasciati sempre sullo sfondo. Non ci vuole la palla di vetro per profetizzare che se dovesse vincere la partitocrazia non cambierà assolutamente nulla per i siciliani, se non in peggio. Nella malaugurata ipotesi che non dovessimo vincere noi, chi sarà eletto dovrà rispondere agli interessi dei tantissimi sponsor che lo hanno portato alla vittoria e difficilmente questi coincideranno con quelli dei cittadini. Noi rispondiamo solo a loro. Chi ha distrutto la Sicilia punta a riprenderne la guida e pretende pure di essere la speranza dei siciliani. Non mi stancherò mai di dirlo, il 5 novembre sarà un referendum: o noi o loro”.