Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, è decollato ancora una volta dall’aeroporto di Palermo e ha viaggiato fino a Roma, dove ha incontrato l’ex presidente del Consiglio e segretario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi. A conclusione dell’incontro la fumata è bianca, Crocetta marcia un passo indietro e non si candida alla Presidenza della Regione, e nemmeno scalpiterà più sulle Primarie, ma la bandiera di Rosario da Gela non è altrettanto bianca come la fumata. Infatti, non è il bianco della resa senza condizioni. L’armistizio è stato firmato, e, come la storia insegna, le parti in causa hanno ceduto in parte vicendevolmente. Rosario Crocetta rinuncia alla corsa alla poltrona di Palazzo d’Orleans e, però, ecco quale sarebbe stata la contropartita, sarà candidato alle prossime elezioni Politiche a febbraio, alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica. E lui, Crocetta, rispondendo a conferma dell’indiscrezione, scherza così: “Preferirei la Camera, non il Senato. Sa, sono troppo giovane”. E il movimento di Crocetta, “Il Megafono”, con liste in ciascuna provincia, sosterrà la candidatura a presidente della Regione di Fabrizio Micari. E, forse, anche lo stesso Crocetta sarà candidato in lista per un seggio a Sala d’Ercole. Ancora nel frattempo, oggi si riunisce la Direzione regionale del Partito Democratico, occasione per ufficializzare la candidatura del rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che, probabilmente, sarà in tandem con l’eurodeputato Giovanni La Via, di Alternativa Popolare, come vice presidente. E’ tramontata pertanto l’ipotesi di Giuseppe Antoci, valoroso presidente del Parco dei Nebrodi, come vice governatore a braccetto con Micari. A termine della riunione del vertice siciliano del Partito Democratico, seguirà a ruota l’assise di Alternativa Popolare del ministro Alfano, per sciogliere le riserve ancora incombenti e definire la griglia di partenza del centro sinistra che, nell’immediato orizzonte, si profila diviso tra due candidature. A sinistra, tra Movimento Democratici e progressisti e Sinistra Italiana, Claudio Fava, sostenuto anche dal Partito della Rifondazione comunista e da Possibile, essendosi ritirato Ottavio Navarra. E il centrosinistra capitanato invece da Fabrizio Micari.