HomeCronacaOltre 2 secoli di carcere nel regno di Messina Denaro

Oltre 2 secoli di carcere nel regno di Messina Denaro

Il Tribunale di Palermo condanna 25 imputati giudicati in abbreviato nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Hesperia”. Inflitti complessivamente 220 anni di carcere.

All’alba di martedì 6 settembre del 2022 a nord della Sicilia occidentale si è scatenato un temporale di sirene e sgommate: il blitz “Hesperia”. I Carabinieri, lanciati dalla Procura antimafia di Palermo, arrestarono 35 indagati, tra boss e gregari dei mandamenti mafiosi trapanesi, tra Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala, con rapporti interprovinciali con Cosa Nostra palermitana, agrigentina e catanese, nel cui ambito i trapanesi sono stati indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro”.

Franco Luppino
In carcere anche Franco Luppino, presunto boss di Campobello di Mazara. Il pentito Andrea Bonaccorso ha raccontato: “Il 5 novembre del 2007, giorno dell’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Matteo Messina Denaro stava raggiungendo a bordo di un’automobile Fiat Panda di colore verde Salvatore Lo Piccolo a Giardinello, dove furono arrestati i Lo Piccolo. Non era da solo Messina Denaro, ma in compagnia di Franco Luppino, uno dei suoi uomini più fidati. Videro l’elicottero che seguiva dal cielo le fasi della cattura del boss di San Lorenzo che in quell’immobile fu sorpreso assieme al figlio Sandro e ad altri due ricercati: Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo. Nei giorni precedenti Adamo avrebbe rivelato a Bonaccorso che doveva esserci un incontro con ‘un trapanese’ senza specificarne l’identità, e che bisognava ‘tenere gli occhi aperti’. Quando si accorsero che sul cielo di Giardinello c’era un elicottero, Matteo Messina Denaro e Luppino decisero di fare marcia indietro.
Sandro e Salvatore Lo Piccolo
Successivamente Pino Scaduto, boss di Bagheria legato a Messina Denaro, mi ha svelato l’identità del misterioso ‘trapanese’. Era Matteo Messina Denaro. Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un’ora, in quella casa sarebbe successo il 48”. E da una conversazione intercettata e registrata il 4 giugno del 2021 è emerso il rimprovero a uno dei 35 arrestati, Marco Buffa, colpevole di avere diffuso la falsa notizia che Matteo Messina Denaro fosse morto. Un altro degli arrestati, Piero Di Natale, a telefono rimprovera Marco Buffa. E Buffa risponde a Di Natale: “Non mi rompete la min… perchè a me mi fate una sega forte… forte… perché io non ho detto niente compare… io non ho parlato di…”. E Di Natale replica con lo stesso tono: “A me non mi devi toccare… la min… a te non te la rompiamo… invece ti rompiamo il cu… ci fai una sega tu a noi altri”. E poi Di Natale, ancora rivolgendosi a Buffa, aggiunge: “Vedi che è arrivata la notizia di questo discorso… non parlare in giro di questo fatto che hai detto tu che è morto… perché già la notizia gli è arrivata che… vedi che a quello quando pare che non gli arriva… perché ha sempre 7… 8 persone che lo informano… chiedi scusa, perché è vivo e vegeto”. Marco Buffa si manifesta allora preoccupato, e, riferendosi a Messina Denaro, avrebbe domandato: “Ma gli è arrivata nelle orecchie, vero? Niente, allora fuochi di artificio succede…”. Di Natale lo rassicura e gli risponde: “Parola d’onore, non succede niente”. Ebbene adesso 25 imputati sono stati giudicati in abbreviato e condannati a complessivi 220 anni di prigione.
Ermelinda Marfia
Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, già in servizio al Tribunale di Agrigento, ha sentenziato: Francesco Luppino, 20 anni di reclusione; Paolo Bonanno, Mazara del Vallo, 4 anni e 4 mesi; Marco Buffa, Mazara del Vallo, 11 anni e 4 mesi; Leonardo Casano, Marsala, 6 anni; Antonino Cuttone, Mazara del Vallo, 18 anni; Piero Di Natale, Castelvetrano, 16 anni, Vito Gaiazzo, Mazara del Vallo, 9 anni e 4 mesi; Girolamo Li Causi, Marsala, 4 anni e 4 mesi; Jonathan Lucchese, Palermo, 4 anni e 4 mesi; Marco Manzo, Campobello di Mazara, 4 anni e 4 mesi; Antonino Nastasi, Campobello di Mazara, 5 anni e 4 mesi; Antonino Pace, Mazara del Vallo, 8 anni e 8 mesi; Vincenzo Pisciotta, Mazara del Vallo, 6 anni e 4 mesi; Giuseppa Prinzivalli, Marsala, 5 anni; Francesco Pulizzi, Marsala, 5 anni; Antonino Ernesto Raia, Marsala, 12 anni; Francesco Raia, 20 anni; Tiziana Rallo, Marsala, 8 anni e 8 mesi; Vito Rallo, 4 anni e 4 mesi; Vincenzo Romano, Mazara del Vallo, 6 anni; Carmelo Salerno, Paceco, 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Salerno, 5 anni e 8 mesi: Giuseppe Speciale, Partinico, 5 anni e 4 mesi; Vincenzo Spezia, Campobello di Mazara, 18 anni; Francesco Stallone, Campobello di Mazara, 4 anni e 4 mesi; Rosario Stallone, 4 anni e 2 mesi; Michele Vitale, Partinico, 6 anni.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano al giugno 2023 quasi 30 milioni di visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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