Dopo 31 anni emerge una relazione firmata da Arnaldo La Barbera: “Ho consegnato la borsa di Paolo Borsellino al procuratore di Caltanissetta Tinebra”. Il documento acquisito dai magistrati.
Tanti tasselli del mosaico infinito delle indagini sulla morte di Paolo Borsellino e sull’agenda rossa del magistrato emergono adesso: 31 anni dopo l’attentato. Infatti, a galla sulle acque oscure e profonde del depistaggio è una relazione firmata da Arnaldo La Barbera, il capo della Squadra Mobile di Palermo all’epoca della strage, ritenuto uno tra i burattinai del falso pentito Vincenzo Scarantino e, soprattutto, colui che si sarebbe appropriato dell’agenda rossa di Borsellino sottraendola dalla borsa in pelle prelevata dall’automobile del giudice subito dopo l’esplosione in via D’Amelio. Ebbene, nella relazione Arnaldo La Barbera, morto nel 2002, scrive che la borsa del magistrato e un’agenda in pelle sono state consegnate all’allora procuratore capo di Caltanissetta, Giovanni Tinebra. La data è del 20 luglio 1992, il giorno dopo l’attentato. Di tale relazione non vi è stata traccia alla Procura di Caltanissetta. E diversi testimoni hanno raccontato che la borsa di Borsellino è stata poggiata per vari giorni su un divanetto nell’ufficio di La Barbera. Ebbene adesso la relazione è stata acquisita alla Squadra Mobile di Palermo dalla Procura di Caltanissetta, che la cita nel provvedimento con cui ha ordinato le recenti perquisizioni a casa della moglie e della figlia di La Barbera il quale avrebbe conservato in casa l’agenda rossa che poi, dopo la sua morte, sarebbe stata ancora conservata in casa, nella disponibilità della moglie e della figlia, così come secondo volontà dello stesso Arnaldo La Barbera. Così ha raccontato il padre di un’amica di Serena La Barbera, figlia di Arnaldo. La figlia di tale testimone si sarebbe rivolta al padre così: “La mia amica Serena (ovvero Serena La Barbera, figlia di Arnaldo) non si sente più di tenere una cosa di suo padre. Potresti conservarla tu?”. E il padre le ha chiesto: “Ma cosa è?”. E la figlia, amica di Serena, gli ha risposto: “E’ l’agenda rossa di Borsellino”. E poi lo stesso testimone ha aggiunto: “Mia figlia mi ha raccontato anche un’altra confidenza di Serena La Barbera: sua madre, su indicazione del marito prima di morire, ha usato la documentazione che nascondevano per fare assumere la figlia ai Servizi segreti di sicurezza”. Nel novembre del ’92 Arnaldo La Barbera consegnò la borsa alla famiglia Borsellino. La figlia Lucia si arrabbiò: “Dov’è l’agenda rossa? Era dentro la borsa”. La Barbera si rivolse alla madre di Lucia: “Signora, sua figlia probabilmente ha bisogno di uno psicologo, è molto provata, delira”. Il 5 novembre del ’92, pochi giorni prima della riconsegna della borsa alla famiglia di Borsellino, il pubblico ministero, Fausto Cardella, firma il verbale di apertura della borsa, e scrive: “Dentro la borsa ci sono: due pacchetti di sigarette marca Dunhill, un paio di pantaloncini da tennis bianchi, un costume da bagno, un carica batterie per telefono con batteria e accessori, un ritaglio di giornale, un paio d’occhiali, un mazzo di chiavi, un pacchetto di fazzoletti, uno scontrino fiscale, tre fogli di carta spillati, e una rubrica telefonica marrone”. Si tratta della stessa rubrica che Lucia Borsellino ha appena consegnato alla Commissione Antimafia nel corso delle recenti audizioni.