I deputati a Sala d’Ercole non sono più 90 ma, a seguito della legge costituzionale numero 2 del 2013, sono 70. Ed ecco perché l’Ufficio elettorale della Regione Sicilia ha appena elaborato una tabella che ridisegna la distribuzione dei seggi per l’elezione dei deputati dell’Assemblea regionale nelle nove province. La tabella adesso è allegata al decreto che attende la firma del presidente della Regione Rosario Crocetta. Ed è una bussola che orienta nell’attribuzione dei seggi per ciascuna provincia, compresi i resti, con esattezza. Per elaborare la tabella è stata divisa la cifra della popolazione residente in ciascuna circoscrizione provinciale con il quoziente fisso 80.692. E tale quoziente è stato ottenuto dividendo per 62 la cifra della popolazione residente nella regione secondo l’ultimo censimento ufficiale nel 2011. E perché 62? Perché saranno 62 i deputati eletti con il sistema proporzionale. Poi, nel cosiddetto “listino”, che è la lista regionale del candidato presidente, vi saranno 7 candidati deputati che, se vince il candidato presidente a cui sono legati, sono eletti tutti. Dunque, sono 62 più 7 uguale 69. L’ultimo seggio, il 70esimo, spetta di diritto al candidato presidente secondo classificato. E poi, nell’ambito dell’attribuzione dei seggi, le province con la maggiore attribuzione dei seggi sono le tre a cui corrispondono le città metropolitane, quindi Palermo, Catania e Messina. A Palermo spettano 16 seggi, a Catania 13 e a Messina 8. E poi, ad Agrigento 6 (e prima della modifica sono stati 7), a Siracusa e a Trapani 5, a Ragusa 4, a Caltanissetta 3, e ad Enna 2 seggi. Attenzione: partecipano alla distribuzione dei seggi solo le liste che abbiano superato lo sbarramento del 5% a livello regionale. Inoltre, anche se liste minori inseguano e raggiungano il 5%, non è un automatismo lo scatto dei seggi in ciascuna provincia, perché poi la ripartizione assegna priorità alle tre province metropolitane, quindi Palermo, Catania e Messina, e poi alle altre secondo il calcolo dei resti. Ancora ad esempio e più nel dettaglio: una lista minore, che raggiunga il 5% in Sicilia, potrebbe non ricevere alcun seggio nella provincia di Agrigento o di altre restanti ed esposte al calcolo dei resti.