L’inchiesta antimafia “Condor” nell’Agrigentino: 10 imputati in abbreviato in attesa di sentenza. La requisitoria della Procura: invocate 10 condanne per quasi un secolo di carcere.
Lo scorso 11 gennaio i Carabinieri agrigentini, dopo l’operazione antimafia “Xydi”, hanno lanciato una seconda offensiva giudiziaria antimafia, prosecuzione della prima, intitolata “Condor”. Nella parte orientale della provincia agrigentina, tra Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì, e poi anche Favara e Agrigento, sono stati arrestati 9 indagati (5 in carcere e 4 ai domiciliari), e ad un altro è stato imposto l’obbligo di dimora. Altri 11 sono stati indagati a piede libero. Le indagini hanno scandagliato gli assetti mafiosi nei territori di Favara e Palma di Montechiaro, dove, a fianco di Cosa Nostra, convivono formazioni criminali cosiddette “Paracchi”, assimilabili alla “Stidda”. A vario titolo si contestano le ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga, estorsioni a danno di imprenditori e danneggiamenti tramite incendio. Ebbene, 10 imputati hanno scelto di essere giudicati in abbreviato. E innanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Ivana Vassallo, ha arringato in requisitoria il pubblico ministero, Claudio Camilleri, per il quale gli imputati sono tutti da condannare:
Baldo Carapezza, 27 anni, di Agrigento, 8 anni di reclusione.
Francesco Centineo, 38 anni, di Agrigento, 6 anni,
Giuseppe Chiazza, 51 anni, di Canicattì, 20 anni.
Domenico Lombardo, 30 anni, di Agrigento, 12 anni.
Luigi Montana, 40 anni, di Ravanusa, 4 anni.
Rosario Patti, 59 anni, di Palma di Montechiaro, 6 anni e 1 mese,
Nicola Ribisi, 42 anni, di Palma di Montechiaro, 20 anni.
Giuseppe Sicilia, 43 anni, di Favara, 10 anni.
Ignazio Sicilia, 47 anni, di Favara, 4 anni.
Luigi Pitruzzella, 35 anni, di Agrigento, 8 anni.
Altri quattro imputati sono giudicati in ordinario: Pasquale Alaimo, 54 anni, di Favara, Salvatore Curto, 39 anni, di Canicattì, Francesco Genova, 43 anni, di Palermo, e Giovanni Cibaldi, 35 anni, di Licata. I difensori interverranno il 21 e 29 dicembre, e poi il 10 gennaio. Il 17 gennaio la sentenza.