L’ex assessore regionale, Gaetano Armao, ha deposto come testimone al processo sul “Sistema Montante” in corso a Caltanissetta. I dettagli.
Innanzi al Tribunale di Caltanissetta, presieduto da Francesco D’Arrigo, è in corso il maxi processo sul cosiddetto “Sistema Montante” a carico di 30 imputati nell’ambito dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, tra il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate con accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia, tramite scambi di favori ad elevatissimo livello tra le forze dell’ordine e non solo, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. Ebbene, nel corso dell’ultima udienza è stato ascoltato come testimone l’ex assessore regionale Gaetano Armao, che, in riferimento a ipotizzate pressioni indebite nel settore dei rifiuti da parte di ConfIndustria risalenti all’epoca del governo Lombardo, ha così risposto alle domande, tra gli altri, del pubblico ministero, Claudia Pasciuti: “Il settore dei rifiuti è stato ed è ancora oggi molto delicato nel panorama dei servizi. E’ il tallone d’Achille della Regione Siciliana. E si incentra su una titolarità in parte regionale e in parte delle amministrazioni locali. Nel settore dei rifiuti operavano in Sicilia il gruppo agrigentino, Catanzaro, c’erano gruppi pubblici su Catania e Palermo, poi c’era la vicenda Oikos. Ci fu l’ipotesi di un intervento dei fondi regionali a favore dei Comuni per dare spazio finanziario ai Comuni. Questo per aiutarli negli sforzi enormi che sono caricati poi sulla comunità locale. Ci furono pressioni del gruppo di ConfIndustria, e in particolare da parte di Catanzaro, affinché Irfis destinasse i fondi che dovevano servire per il finanziamento delle imprese alle società di rifiuti. Il fatto che le amministrazioni comunali fossero in forte sofferenza faceva sì che ci fossero delle pressioni. In molti facevano pressioni perché in questo modo si poteva dare respiro a un sistema che stava collassando. L’intero sistema dei rifiuti spingeva per questa soluzione. Serviva per evitare il collasso del sistema dei rifiuti perché in quel modo si evitava che il conferimento in discarica avvenisse senza pagamento. Sulla gestione dei profili di bilancio il presidente Lombardo faceva fare a me. C’era l’esigenza di una sponda finanziaria per le società d’ambito che non avevano più respiro. Ricordo anche che il presidente Lombardo si manifestò favorevole all’operazione”. Gaetano Armao sarebbe stato compreso nella rete degli “spiati”, ovvero i bersagli di presunte attività di dossieraggio a fine di ricatto nell’ambito del “Sistema Montante”. Oltre Armao anche Alfonso Cicero, a capo dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, Davide Durante, ex presidente di Confidustria Trapani, Gioacchino Genchi, ex poliziotto e legale dell’imprenditore Pietro Di Vincenzo, l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli, i collaboratori di giustizia Carmelo Barbieri, Pietro Riggi e Aldo Riggi, l’ex presidente del consorzio Asi di Caltanissetta Umberto Cortese, l’ex direttore di Confindustria di Caltanissetta, Tullio Giarratano, l’ex assessore regionale Nicolò Marino e i suoi figli, e i giornalisti Giampiero Casagni e Attilio Bolzoni.