La Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne dell’architetto Gianfranco Cannova, funzionario dell’assessorato regionale al Territorio, e del titolare della società Oikos, Domenico Proto, che ha gestito la discarica di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania. Cannova in primo grado è stato condannato a 9 anni, e a 7 anni in appello. Proto è stato condannato in primo e secondo grado a 6 anni di reclusione. Confermata la prescrizione in Appello per i fratelli Nicola e Calogero Sodano, e a Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina. In primo grado sono stati condannati a 4 anni ciascuno. Per Proto e Cannova i giudici della Suprema corte hanno accolto la tesi degli avvocati secondo cui i reati sono prescritti. L’inchiesta, intitolata “Terra mia”, ha ipotizzato un giro di mazzette per l’ottenimento di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti nelle discariche. Agli imputati è stato contestato il reato di corruzione. Sarebbero state pagate tangenti non solo in denaro, ma anche in regali come megatelevisori, viaggi e persino escort.