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Un gustoso Wine Tour presso la Cantina Duca di Salaparuta è stato organizzato dall’Osdia Capitolo Vincenzo Sellaro Palermo 3009 presieduto da Vincenzo Tiberio Mantia. (FOTOGALLERY)

Un gustoso Wine Tour presso la Cantina Duca di Salaparuta è stato organizzato dall’Osdia Capitolo Vincenzo Sellaro Palermo 3009 presieduto da Vincenzo Tiberio Mantia.
È stata una visita assai interessante che ha divertito non poco i numerosi presenti.
Il maggior contributo del Dr. Vincenzo Sellaro, alla sua patria d’origine, fu l’istituzione dell’OSDIA, oggi la più grande organizzazione degli americani di origine italiana in America. Dalla sua fondazione l’OSDIA si è trasformata da grande società di mutuo soccorso per gli immigrati italiani in una fratellanza sociale, patriottica e benefica per la seconda, terza, quarta e anche quinta generazione di americani di origine italiana come pure per coloro che hanno a cuore il mantenimento della cultura italiana negli Stati Uniti.

Vincenzo Sellaro nacque il 24 aprile 1868 a Polizzi Generosa, in provincia di Palermo da Giuseppe Sellaro, ciabattino, e Serafina Polizzotto. Come si usava allora in Italia, Vincenzo fu battezzato con il nome del nonno paterno. Vincenzo era dotato di grande ingegno e la famiglia lo spronò a continuare gli studi, culminati nel 1895 con il conseguimento della laurea in medicina all’Università di Napoli.

Nel 1897 emigrò a New York, dove completò i corsi di specializzazione alla Cornell Medical School ottenendo così la licenza per praticare la professione medica nello stato di New York. Vincenzo Sellaro aprì un ambulatorio privato al n. 203 di Grand Street nella “Little Italy” di Manhattan.

Fu qui che Sellaro curò centinaia di immigrati italiani, spesso mal curati negli ospedali della città a causa della barriera linguistica esistente tra i pazienti e il personale medico e infermieristico. Per ovviare a questo grave inconveniente Sellaro si mise a capo di un comitato di medici bilingue ; una delle soluzioni individuate fu quella di fondare un ospedale dove si parlasse italiano. Furono raccolti fondi, soprattutto presso le società di mutuo soccorso italo americane di New York, e sorse quindi il Columbus Italian Hospital che fu completato nel 1902, con Vincenzo Sellaro primario del reparto di ginecologia. Sellaro si iscrisse alla American Medical Association, fece ricerche sul diabete e sul cancro oltre a istituire una scuola per levatrici sotto gli auspici del consiglio sanitario di New York, che fu poi assorbita dalla scuola ospedaliera di Bellevue, sempre a New York.

Nel 1903 si unì in matrimonio con Maria Lignante, originaria di Napoli da cui ebbe tre figli. L’anno successivo, nel 1904, divenne cittadino americano e richiamò le due sorelle e i due fratelli. Anche il padre, rimasto vedovo, lo raggiunse New York, ma ritornò in Italia poco dopo. Forte dell’esperienza acquisita con la fondazione del Columbus Italian Hospital, il dottor Sellaro si rese conto che le società di mutuo soccorso in Canada e negli Stati Uniti avevano dato loro la possibilità di parlare la loro lingua madre e mantenere vive le tradizioni della loro terra. Infatti, all’inizio, molte società di mutuo soccorso erano composte da persone provenienti dalla stessa città o provincia italiana.

Queste società aiutarono gli immigrati dei piccoli paesi ad adattarsi alla vita delle grandi città industrializzate, ma anche a trovare lavoro, casa e a imparare l’inglese. Nei fine settimana organizzavano feste e sostenevano finanziariamente le famiglie di malati o di indigenti per cause varie. Ai primi del novecento le società di mutuo soccorso erano disseminate per tutta l’America, e soltanto New York ne contava oltre duemila. Nel 1904 Sellaro concepì l’idea di unificare tutti gli italo americani in una sola organizzazione di fratellanza, cosa che prese corpo il 7 giugno 1905 durante una riunione a casa sua, cui erano presenti l’avvocato Antonio Marzullo, il farmacista Ludovico Ferrari, lo scultore Giuseppe Carlino e i due barbieri Pietro Viscardi e Roberto Merlo.

Seguirono altri incontri finchè il dottor Sellaro fu Presidente Nazionale, dell’Ordine dei Figli d’Italia in America (Order of Sons of Italy in America – OSIA, oggi OSDIA).

Come emblema fu adottato un leone dorato e come motto “Libertà, uguaglianza e fratellanza”. La missione : Riunire in un’unica famiglia tutti gli italiani sparsi per il Canada e gli Stati Uniti Promuoverne il miglioramento morale, intellettuale e materiale Professare il mutuo soccorso Proteggere i soci in tutti i modi Tener viva la cultura italiana Diffondere il pensiero che la partecipazione alla vita politica canadese e americana è un fattore di avanzamento sociale Diffondere la lingua italiana Favorire le attività di assistenza sociale nei confronti degli italiani Battersi per tutte le cause che infondono la convinzione che gli italiani sono validi lavoratori Sellaro redasse la costituzione nazionale dell’Ordine, ne delineò i rituali e le procedure formali di investitura dei funzionari e delle varie cerimonie.

Molte società di mutuo soccorso indipendenti contribuirono alla crescita dell’ OSIA associandosi in nuovi capitoli dei Sons of Italy. Il primo congresso Nazionale, ebbe luogo a Paterson, NJ il 18 aprile 1914. L’anno seguente vide la luce il “Bollettino Ufficiale” (Official Bulletin) con una tiratura prima settimanale e poi mensile, che divenne infine “OSIA News”.

Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra nel marzo 1917, circa 28.000 membri dell’OSIA prestarono servizio militare durante la prima guerra mondiale; di essi circa duemila morirono o furono feriti in combattimento. L’Ordine diede assistenza finanziaria alle famiglie dei membri al fronte.

Nel 1918, al termine del conflitto l’Ordine aveva attratto 125.000 soci distribuiti in 960 capitoli sparsi in 24 stati e due province canadesi. L’assistenza data in tempo di guerra fu il motivo principale che fece aumentare i soci del 20%.

Nel 1922 Sellaro fu insignito del Cavalierato da parte del Governo Italiano per l’aiuto dato alla comunità italo americana e per la fondazione dell’OSIA. Nel 1928, il governatore Alfred E. Smith gli consegnò le chiavi della città di New York in riconoscimento del contributo medico e sociale verso la comunità. Il 18 settembre 1932 fu ricoverato al Columbus Italian Hospital, da lui fondato, per insufficienza renale, diabete e arteriosclerosi. Morì il 28 novembre 1932.








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