E’ morto Matteo Messina Denaro. In un pizzino “testamento spirituale” il suo no ai funerali: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”.
Tra i “pizzini” ritrovati dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, uno è apparentemente da ritenersi una sorta di testamento spirituale del boss, che, in sintesi, rifiuta i funerali e scrive: “Ho imparato e mi hanno insegnato che le religioni, e quindi anche quella cattolica, interessa lo spirito e attiene all’anima, a una giustizia che non è di questa terra. La fede è la più alta passione dell’uomo. La Chiesa in quanto detentrice del potere spirituale è sovraordinata nella cura dell’anima. Oggi invece la Chiesa si è politicizzata, ha militarizzato i propri esponenti che condannano e puniscono come flagellatori di corpi e di anime. Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono. Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime, non saranno questi a rifiutare le mie esequie. Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità. Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità. Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”. Punto. A L’Aquila sono presenti la figlia, Lorenza Messina Denaro, la nipote e suo legale, Lorenza Guttadauro, e la sorella Giovanna. La madre, Lorenza Santangelo, anziana e malata, è a Castelvetrano, con altri due figli, Bice e Salvatore. Rosalia, altra sorella del boss (forse la prediletta), è in carcere, così come è detenuta Patrizia. Il decorso clinico, nel senso peggiorativo, è stato inesorabile e inarrestabile: prima due interventi chirurgici contro il tumore al colon, con metastasi al fegato, diagnosticato nel 2020. Poi la chemioterapia, e poi ancora le cure anticancro affiancate però dalla terapia del dolore dopo un secondo intervento chirurgico a rimedio di una occlusione intestinale provocata dal tumore al colon. Poi un grave sanguinamento con conseguente collasso e compromissione dei parametri vitali. Poi stop alle cure anticancro a causa del fisico troppo debilitato, poi il coma irreversibile e lo stop all’alimentazione forzata con il sondino. Poi l’ultimo trasferimento, nel reparto delle terapie di supporto diretto da Franco Marinangeli. Sotto traccia un testamento biologico, ovvero il “no” espresso da Matteo Messina Denaro ad essere rianimato, il “no” ad essere sottoposto ad accanimento terapeutico, ma solo sedato e idratato. Matteo Messina Denaro riposerà nel cimitero di Castelvetrano accanto al padre, “don Ciccio” Messina Denaro, morto da latitante vittima di un infarto, e ritrovato in una casa in campagna già vestito e pronto per il funerale.