In discussione il disegno di legge per il recepimento in Sicilia del nuovo Codice degli appalti. La Commissione antimafia lancia l’allarme infiltrazioni criminali. L’intervento di Cracolici.
La Commissione regionale antimafia lancia l’allarme: servono modifiche al nuovo Codice degli appalti, perché rischia di favorire le infiltrazioni criminali. Il presidente, Antonello Cracolici, deputato ed ex capogruppo e assessore regionale del Partito Democratico, spiega: “Il disegno di legge sul recepimento del Codice degli appalti in Sicilia, così come è stato formulato, è molto rischioso perché formalmente semplifica le procedure ma in realtà le complica. L’effetto sarà fare salire e scendere dai tribunali molti amministratori e responsabili delle stazioni appaltanti per giustificare alcune modalità delle procedure di gara, o peggio esporrà gli amministratori ad un livello di rischio altissimo per via degli affidamenti diretti, delle procedure negoziate con il sistema degli inviti, e dei subappalti a cascata”. Cracolici, intervenuto in Commissione in occasione della seduta di discussione del disegno di legge che approderà martedì prossimo all’Assemblea Regionale, aggiunge: “Servono modifiche al testo, bisogna prevedere procedure che abbiano maggiore trasparenza anche sui subappalti, a tutela degli amministratori e delle stazioni appaltanti, altrimenti questo disegno di legge, invece di semplificare, aprirà la strada a maggiori rischi di infiltrazioni e condizionamenti. Credo sia necessario inoltre prevedere per legge l’adesione ai protocolli di legalità sottoscritti dalle Prefetture da parte dei soggetti che partecipano alle gare d’appalto e di quelli che opereranno in subappalto” – conclude Cracolici. Effettivamente il nuovo Codice dei contratti pubblici consentirà di snellire molto le procedure e di ridurre i tempi di approvazione. E’ infatti prevista l’abrogazione del parere tecnico contenuto nell’articolo 5 comma 3 della legge regionale 12 del 2011, garantendo così l’allineamento al nuovo Codice degli appalti. Novità di rilievo è che in Commissione lavori pubblici approderanno soltanto i progetti con importo superiore a 30 milioni di euro, a fronte dei 15 attuali, consentendo a circa l’80 per cento dei progetti di procedere direttamente in Conferenza dei servizi indetta dal Rup, il Responsabile unico del procedimento. Ciò garantirà un dimezzamento dei tempi per l’acquisizione dei pareri sui due livelli di progettazione previsti dal nuovo Codice. E l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, ribadisce: “Si tratta di un’importante norma di riforma che recepisce il nuovo Codice dei contratti pubblici. Nei prossimi anni saremo chiamati a gestire importanti risorse economiche, provenienti dal Pnrr e dalla Programmazione europea 2021-2027, che consentiranno di cambiare il volto infrastrutturale della Sicilia. In quest’ottica era determinante garantire un quadro normativo chiaro. Ricorrendo all’autonomia statutaria abbiamo predisposto un testo che recepisce quello nazionale, ma introduce anche alcune norme migliorative, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure”.