Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, il mafioso più pericoloso ancora in libertà e primo ricercato in Italia è Giovanni Motisi, latitante dal 1998, già condannato all’ergastolo.
Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, il mafioso più pericoloso ancora in libertà e primo ricercato in Italia è il palermitano Giovanni Motisi, conosciuto come “U pacchiuni”. Lui è uno degli assassini di Beppe Montana, il commissario della Squadra Mobile di Palermo, originario di Agrigento, ucciso il 28 luglio del 1985 a Palermo, sorpreso dai killer insieme alla fidanzata, a passeggio a Santa Flavia. Motisi, sicario fidato di Totò Riina, è indicato anche come co-autore del successivo omicidio del commissario Ninni Cassarà, vice capo della Mobile, e dell’agente di scorta Roberto Antiochia, trucidati il 6 agosto dell’85. E il pentito Calogero Ganci ha raccontato che Giovanni Motisi è stato presente alle riunioni preparatorie dell’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, crivellato dai proiettili a Palermo, tre anni prima, il 3 settembre dell’82. Gli omicidi di Montana e Cassarà hanno apparentemente due motivazioni diverse. Entrambi sono stati dirigenti di primo piano di una Squadra Mobile all’epoca al fianco del pool istituito da Caponnetto, con Falcone e Borsellino, e riservato solo ai reati di mafia, prima della istituzione delle Dda, le Direzioni distrettuali antimafia. Beppe Montana fu ucciso come reazione ad un’operazione che decapitò il clan Greco. Ninni Cassarà, invece, fu assassinato come “rappresaglia” per la morte di Salvatore Marino, un ex calciatore ritenuto dagli investigatori tra i possibili autori materiali dell’omicidio di Beppe Montana. Marino morì in Questura a seguito del pestaggio subito da alcuni agenti. Cassarà, estraneo ad ogni responsabilità, pagò con la morte. Giovanni Motisi ha 64 anni, è nato a Palermo il primo gennaio del 1959, è reggente del mandamento di Pagliarelli da quando il boss Nino Rotolo, con il quale i rapporti sarebbero stati turbolenti, è stato costretto ai domiciliari. E’ latitante, ricercato dal 1998 per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso, dal 2002 per strage. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in ambito internazionale, per arresto a fine di estradizione. L’ultima immagine sorridente lo ritrae alla festa di compleanno della figlia, nei primi anni ’90. Poi nessuna traccia. Si sospetta anche che sia morto, o si ipotizza che si sia nascosto in Francia. Nel 1999, nel corso di una perquisizione nella sua villa a Palermo, è stata trovata una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, con bigliettini recapitati da postini fidati, e poi vestiti e regali. Nel 2000 si sarebbe separato dalla moglie. Di Motisi, il pentito Angelo Casano ha raccontato: “Non si faceva mai vedere, non dava mai risposte”.