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I pirati nel carcere di Agrigento

Il Tribunale di Agrigento ha convalidato l’arresto in carcere dei sei pirati tunisini che hanno depredato un barchino di migranti lo scorso 12 agosto. La testimonianza delle vittime.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha convalidato l’arresto, ad opera dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento e dei militari della Guardia di Finanza e Costiera, di sei tunisini indagati di pirateria a danno dei migranti, un’ipotesi di reato già contestata, e per la prima volta, dalla Procura di Agrigento con l’arresto di altri quattro predatori del mare alcune settimane addietro. Adesso si tratta dei componenti dell’equipaggio del peschereccio Zohra del compartimento di Monastir che sabato scorso 12 agosto hanno rubato il motore, un Yamaha da rivendere, da un barchino di ferro tra i 6 e gli 8 metri, con 49 migranti a bordo tra cui 5 donne e un minore, partito da Sfax in Tunisia, nonché il denaro in possesso dei viaggiatori, 150 dinari tunisini, pari a 44 euro e 50 centesimi. I sei arrestati, dai 30 ai 52 anni, sono stati trasferiti a Porto Empedocle e poi nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento. I migranti a terra hanno raccontato: “I finti pescatori, senza pescato a bordo o reti bagnate, hanno indicato una barca in lontananza, dicevano si trattasse dei soccorsi: una bugia per allentare la nostra tensione. Abbiamo visto uno di loro che è riuscito a sganciare il nostro motore, a sollevarlo. Due ore dopo sono tornati, e hanno chiesto denaro in cambio del rimorchio verso la terraferma. I soldi li abbiamo raccolti in un cappello e lo abbiamo lanciato nel peschereccio”. I pirati, che non hanno obbedito all’alt lanciato dalla Guardia costiera tramite radio e altoparlanti, sono stati inseguiti e bloccati al largo di Lampedusa. Gli si contesta il reato di pirateria marittima, previsto dalla “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” e dall’articolo 1135 del Codice della Navigazione italiano. Il reato è punito con pene fino a 20 anni di reclusione. La Procura della Repubblica di Agrigento ha già avviato un tavolo tecnico di approfondimento sulla pirateria in mare nel Mediterraneo Centrale in collaborazione con i vertici della Guardia costiera, di Finanza e dell’Accademia universitaria, ovvero la società scientifica. Tutte le informazioni acquisite finora sono state, e lo saranno in futuro, condivise con gli Stati esteri interessati tramite i canali dell’InterPol, l’Organizzazione internazionale della polizia criminale.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano al giugno 2023 quasi 30 milioni di visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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