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Messina Denaro vs Vaccarino

Da uno dei primi interrogatori di Messina Denaro dopo l’arresto emerge inedito l’integrale della lettera di minacce inviata da lui all’ex sindaco Vaccarino dopo averne scoperto il tradimento.

Ancora dal verbale di uno dei primi interrogatori di Matteo Messina Denaro dopo l’arresto, depositato nell’ambito della conclusione delle indagini a carico del suo presunto medico personale, Alfonso Tumbarello, emergono altre dichiarazioni, adesso integralmente, e alcuni episodi del tutto inediti. Infatti, in riferimento alla corrispondenza, pilotata dai Carabinieri del Ros e dai Servizi segreti, intrapresa tra il 2004 e 2006 con Matteo Messina Denaro (che si firma Alessio) dall’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino (che si firma Svetonio), nel corso dell’interrogatorio ci si sofferma anche sulla scoperta da parte di Messina Denaro del tradimento di Vaccarino. Ed emerge la lettera di minacce, l’ultima, che Matteo Messina Denaro inviò a Vaccarino il 15 novembre del 2007. Il boss, che ha scoperto il tradimento, in estrema sintesi gli scrive: “…Ha buttato la sua famiglia in un inferno… la sua illustre persona fa già parte del mio testamento… in mia mancanza verrà qualcuno a riscuotere il credito che ho nei suoi confronti.” Nel dettaglio così si rivolge all’ex sindaco: “Lei così timorato di Dio, alla fine la parte che più ha appreso è quella dell’iscariota?!”. E poi Messina Denaro trasforma i 30 denari del tradimento di Giuda in euro. E scrive ancora: “Lei è e resterà per sempre un ‘29 euro’, non dico ‘30’ perché non sono Gesù Cristo. Quindi lei viene deprezzato anche nei confronti di Giuda, altro che uomo illustre”. E poi, ancora rivolgendosi a Vaccarino, aggiunge: “Le ricordo, nel caso lo avesse scordato, stante l’apparente crisi mistica che lo ha colpito, che lei è il mandante dell’assassinio del sindaco Vito Lipari, è stato lei che lo ha voluto morto a tutti i costi ed a decretarne la morte”. Dunque, secondo Messina Denaro l’omicidio di Lipari, ucciso il 13 agosto del 1980, non avrebbe avuto una matrice mafiosa ma sarebbe stato determinato dall’ambizione di Vaccarino alla carriera di sindaco. Poi, al termine della lettera, il capomafia pone due domande, e scrive: “La prima domanda è: perché? E l’altra è: e ora che facciamo? Alla prima dovrebbe rispondermi lei, ma essendo soggetto ad attacchi di viltà, del tutto privo di onore e che viola ripetutamente tutte le regole, scritte e non, del comportamento di un vero uomo, non lo farà. Alla seconda (e ora che facciamo?) sarò io a farle pervenire la mia risposta. Non ha neanche da sperare in una mia prematura scomparsa o nel mio arresto, perché, qualora accadesse una di queste ipotesi, per lei nulla cambierebbe, in quanto la sua illustre persona fa già parte del mio testamento, ed in mia mancanza verrà sempre qualcuno a riscuotere il credito che ho nei suoi confronti. Comunque vada, lei o chi per lei pagherà questa cambiale che ha forsennatamente firmato. Lei è un essere snaturato che non ha voluto bene neanche alla sua famiglia, si vergogni di esistere”.

Guido e De Lucia
Innanzi al procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, e all’aggiunto, Paolo Guido, che lo interrogano, Messina Denaro così commenta la lettera di minacce: “Prima lo volevo intimorire, intimorire non nel senso ‘Se non fai questo ti faccio questo’, ‘Tu mi hai fatto questo, ora te la faccio pagare’, quindi questo doveva avere comunque paura. Poi ho detto: ‘Faccio scegliere a te… – te Vaccarino – … se devi portarla al tuo contatto o meno’. E gli metto un reato, quello del sindaco, sindaco Lipari: ci siamo?
Dissi, ‘Vediamo cosa fa questo’. Ma secondo me era tanta la paura che l’ha portata: l’ha portata perché poi la lettera spuntò quindi lui andò in corso come mandante di un omicidio e se ne fregò, perchè lui aveva più paura di me e non di altro…”. E alla domanda del dottor Guido sul perché Vaccarino l’avesse tradito, Messina Denaro non ha dubbi e risponde lapidario: “Per soldi”. Poi il boss racconta che il tradimento di Vaccarino l’aveva già scoperto due mesi prima che fossero ritrovati i pizzini con il nome “Vac” nel covo di Montagna dei Cavalli, quando arrestarono Provenzano. E ricorda: “Ero certo che Vaccarino mi tradiva ed allora che cosa feci io? Non gli dico niente, perché i Carabinieri del ROS pilotano lui ufficialmente, perché lui faceva che arrivava la lettera, nemmeno la apriva, la portava ai ROS; i ROS poi facevano le loro valutazioni, si sedevano e scrivevano la risposta, ma fondamentalmente la risposta la scrivevano i ROS come idee, poi magari elaborava lui con il suo modo di scrivere. Allora che cosa succede? Dico: ‘Non dico niente… – perchè lo capivo che non era la Polizia – i ROS pilotano a te e pilotano anche i discorsi; ora comincio io a pilotare te e ai ROS li faccio impazzire’. Cominciavo a dare notizie, per esempio, fasulle, che non esistevano…”. Poi i magistrati gli chiedono dove si trovasse all’epoca in cui inviava queste lettere. Lui: “Non ero a Campobello”. Loro: “Allora nel Belice?”. Lui: “No, ero a Palermo”. Poi Messina Denaro si rivolge al procuratore aggiunto Paolo Guido: “Mi fa una cortesia? Lei è calabrese?”. Guido risponde di sì. E Messina Denaro lo corregge: “Belìce, per favore… Un giornalista lo disse nel ’68 e rovinò sta situazione”.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano, al 6 ottobre 2024, 30.317.320 visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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